martedì 18 agosto 2020

AGOSTO

 


Eterno è l'impero

di re sole

che vide anche

gli splendori

dell'umano Augusto


Ogni creatura

a modo suo

lo acclama

e vive l’attimo

del prodigio

rinnovato


-       -   Giovanna Giordani    -


domenica 2 agosto 2020

VERSO LA POESIA ALLA RICERCA DI SENSO (M.C.L.)






RECENSIONE AL SAGGIO  DI  MARIA CARMEN LAMA

 

VERSO LA POESIA ALLA RICERCA DI SENSO

 

Per coloro che sono sensibili al mondo della poesia, penso che il saggio di Maria Carmen Lama dal titolo Verso la poesia alla ricerca di senso  possa essere un interessante nonché gradevole  contributo. Di piacevole lettura, colto, ma non pedante affronta i vari aspetti attinenti all’arte poetica. Che sia nato da un grande amore per tale forma d’arte, credo sia fuori dubbio in quanto, secondo il mio semplice parere di lettrice, lo si percepisce dall’inizio alla fine poiché di questo amore ne è attraversato come da una delicata musica di sottofondo.

 

Poetessa lei pure, l’autrice traccia a grandi linee il percorso evolutivo dell’arte poetica partendo con la citazione del trattato di Orazio Ars poetica, caposaldo per i costruttori di versi,  per poi ripartire dalla poesia del diciottesimo secolo e dai suoi principali autori.

 

Il saggio si divide in due parti, comprensive rispettivamente di  tre  e due capitoli.

Nella prima parte vengono riprese le prime parole del titolo Verso la poesia e i relativi  tre capitoli affrontano le varie tematiche ad essa correlate e cioè il fascino, il mistero, l’affinità ed unità fra poesia e filosofia,  nonché sul perché si scrive.

La parte seconda del saggio affronta l’ultima parte del titolo e cioè Alla ricerca del senso con la presentazione di grandi poeti dell’800-900 e di poeti contemporanei indicati nei rispettivi due capitoli.

Riprendendo quindi dall’Ars poetica ci viene offerto dalla scrittrice una valida sintesi del famoso trattato che continua a sfidare i secoli per la sua utilità per chi desidera approfondire la conoscenza dell’arte del comporre versi poetici. 

Possiamo leggere poi l’evoluzione avvenuta nel tempo riguardo al concetto di poesia  e alle varie modalità di espressione della stessa.

Oltrepassando un gran numero di secoli dai tempi di Orazio,  l’autrice ci porta direttamente al diciottesimo nel quale si cerca di approfondire e analizzare ulteriormente cosa significhi realmente “poesia”. E qui ci viene indicato il pensiero di alcuni grandi del periodo, a cominciare da Giuseppe Parini secondo il quale la poesia è innanzitutto: l’arte di imitare o di dipingere in versi le cose in modo che sien mossi gli affetti di chi legge od ascolta, acciocché ne nasca diletto. Questo è il principal  fine della poesia, e di qui ha avuto cominciamento.

Successivamente non può certo mancare il riferimento a Giacomo Leopardi che, con il suo famoso Discorso di un italiano sopra la poesia romantica,  prende posizione in merito all’evolversi del pensiero riguardante la nascita della poesia, asserendo nel suo trattato che i romantici si sforzano di sviare il più che possono la poesia dal commercio coi sensi, per li quali è nata e vivrà finattantoché sarà poesia, e di farla praticare coll’intelletto, e trascinarla dal visibile all’invisibile e dalle cose alle idee, e trasmutarla da materiale e fantastica e corporale che era, in metafisica e ragionevole e spirituale

Si sa che successivamente Leopardi riconoscerà anche nella poesia romantica alcune caratteristiche  non in contrasto con  il classicismo in cui si era formato culturalmente.

E sarà pure egli stesso l’antesignano della rottura degli schemi metrici che fino ad allora erano peculiari dei componimenti poetici.

Maria Carmen Lama non tralascia inoltre di indicare le varie correnti che hanno attraversato il mondo della poesia dal diciottesimo secolo ad oggi, a  partire dal simbolismo francese al trascendentalismo americano analizzando la poetica dei vari rappresentanti sia stranieri che italiani.

Quanto mai interessante è il secondo capitolo Poesia e Filosofia – Ricerca di Unità in cui l’autrice cerca appunto il filo che unisce l’arte poetica alla scienza filosofica ritenute spesso due mondi inconciliabili fra loro.

Nella sua ricerca si avvale del pensiero della filosofa spagnola Maria Zambrano la quale, superando schemi filosofici collaudati e statici nel tempo, cerca vie nuove di pensiero che tengano conto di altre “esistenze” come la poesia che, pur non facendo parte di una disciplina come lo è la filosofia, possono aiutare ad ampliare e comprendere sempre più i vari aspetti che caratterizzano il mistero del vivere.

La prima forma di scissione tra filosofia e poesia, nelle sue ricerche, Zambrano la trova nella Repubblica di Platone il quale è decisamente a favore del pensiero raziocinante che considera la poesia come qualcosa di vago e inconsistente e pertanto estraneo alla  filosofia. La filosofa non è per niente d’accordo con tale  pensiero in quanto ella crede che poesia e filosofia siano essenziali l’una all’altra per aprire nuove strade al mondo della conoscenza.

Nelle sue argomentazioni Platone sostiene che la poesia è inconciliabile con l’etica nonché con la mistica. Ma c’è una parola che sembra unificare e contenere in sé divino ed umano ed è proprio la parola “amore”.

Carmen Lama ci fa conoscere così il pensiero a cui è pervenuta Zambrano dopo le disquisizioni di Platone:

grazie al platonismo l’amore ha potuto elevarsi a categoria intellettuale e sociale. Si è potuto amare senza che questo costituisse qualcosa di scandaloso. Grazie alla salvazione dell’amore, la poesia ha potuto sopravvivere all’interno della cultura ascetica del cristianesimo.

Riguardo poi alla domanda Poesia è pensiero? Ecco cosa risponde la nostra Carmen Lama:

Personalmente, sostengo l’idea che le nostre riflessioni sulla poesia e sulla ricerca della sua integrazione col pensiero dovrebbero tener conto, oltre che delle valide ragioni discusse e afferenti al pensiero della Zambrano, anche delle idee espresse, nel tempo, dai più grandi poeti: tra questi, in particolare, dallo stesso Valery, e inoltre soprattutto, da quei poeti che hanno saputo pensare poeticamente con risultati davvero eccezionali. Luzi e Montale, ad esempio, ma anche il nostro grande Ungaretti, il cui ermetismo è una modalità espressiva solo apparentemente difficile, ma le cui poesie vivono di una profondità di pensiero (che fa vibrare mente, anima, corpo e cuore), prima e più ancora che delle immagini poetiche in visibile affiorare dai versi, in modo inaspettato.

 

La seconda parte di questo bel saggio è caratterizzata dal commento con cui l’ autrice arricchisce poesie di grandi autori (Emily Dickinson, Mario Luzi, Eugenio Montale, Pablo Neruda, Antonia Pozzi) nonché di autori emergenti che l’hanno particolarmente affascinata (Elia Belculfinè, Cristina Bove, Silvano Conti, Renzo Montagnoli, Giovanni Sciacovelli, Valentino Vitali, Aurelio Zucchi).

Ci regala infine qualche suo testo poetico personale da cui possiamo capire come la poesia sia una sua importante compagna di vita.

Ne trascrivo un breve esempio dal titolo O le parole :

 

Non sanno dire niente le parole.

 

Ci sono invisibili momenti

in punti indefinibili del cuore

del tutto indecidibili, indicibili.

 

O le parole non dette

sono questi momenti.

 

Devo dire inoltre che il saggio è supportato da una abbondante bibliografia la cui lettura può essere quanto mai interessante per approfondire ulteriormente i vari argomenti. E pure la consultazione dei vari siti internet citati potrà donare dei momenti di arricchimento personale.

Concludo dicendo che la lettura di questo libro sarebbe quanto mai consigliabile, oltreché agli amanti della poesia, agli studenti delle scuole superiori, ma anche delle università, perché, a mio semplice parere, potrebbe essere un valido aiuto per i giovani, (così in balia delle tecnologie della nostra moderna società), a non sottovalutare e a non rimanere lontani da questa forma di espressione che, se accolta in modo fecondo, potrebbe offrire  grande appagamento alla loro anima.

Leggere e scrivere poesia è un antidoto alla solitudine, è magica condivisione, è bellezza.

Da parte mia questo libro sarà sempre una piacevole ed utile lettura che terrò sempre a portata di mano.

 

Giovanna Giordani

 

 


 

 

 

 

 

 

 


sabato 1 agosto 2020

E' QUESTO UN POSTO




"Felice chi ha potuto investigare le cause delle cose e mettere sotto i piedi le paure tutte, il fato inesorabile, il risuonare dell'avido Acheronte. Fortunato anche colui che conosce gli dei agricoli, Pan e il vecchio Silvano e le Ninfe sorelle. Quell'uomo non lo possono piegare né i fasci popolari né la porpora dei re, la discordia che inquieta i fratelli sleali o i Daci che calano dal Danubio, non le vicende di Roma e i regni condannati alla distruzione...I frutti portati dai rami, prodotti volentieri e spontaneamente dalle sue campagne, se li raccoglie: nulla sa delle leggi di ferro, dei deliri del foro, dei pubblici archivi" (Virgilio, Georgiche)



E' questo un posto 
dove si sta bene
i giorni si avvicendano sereni
le notti han poche luci
un po' di luna
e qualche lucciola 
che  ama civettar
con le falene.
Si impara il lavorio
delle formiche
e delle apine
loro degne amiche
Si ascoltano i discorsi
dei "saltamartini"
 i richiami dei grilli
e gli infiniti cori 
che  giungono dai pini
E' questo un posto
dove si sta bene
tutto vive all'unisono
in  armonia ancestrale 
che non conosce il male
non giudica 
e sa della vita
quanto vale

- Giovanna Giordani 

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