Dedicato alle amiche (c'è anche qualche amico, credo) che mi leggono e commentano e che, come me, sognano un mondo migliore
C’era una volta una bambina
che viveva vicino al mare in un grazioso paesino di
pescatori. Il suo nome era Amelia e amava molto il mare; le piaceva osservarlo in silenzio,
seduta sulla spiaggia dove rimaneva tutto il tempo che le era possibile.
Guardava il mare e nella sua
mente si affacciava una moltitudine di pensieri con i quali stava volentieri in
compagnia perché erano pensieri di pace e serenità.
Un pomeriggio d’estate,
mentre i suoi occhi erano puntati verso il cielo, un enorme gabbiano grigio la sorvolò vicino al
capo e…zac, le rubò i pensieri.
Amelia lo guardò allontanarsi disperata e
iniziò a piangere.
Dopo qualche minuto sentì
accanto a lei un soffio di vento e all’improvviso si trovò dinanzi una
bellissima fata che le sorrideva.
- Perché
piangi bella bambina? – le chiese la fata.
Si può immaginare lo stupore
e la meraviglia di Amelia di fronte a quella visione. La fata se ne accorse e
la incoraggiò così:
- non spaventarti, io sono la fata del mare e
passavo di qui per cercare la mia collana di conchiglie preferita che ho
smarrito qualche giorno fa. Dunque non vuoi proprio dirmi qual è la ragione
delle tue lacrime? –
Allora Amelia riavutasi
dalla sorpresa rispose con la voce rotta dai singhiozzi:
- un grande gabbiano mi ha rubato i pensieri
mentre ero intenta ad ammirare il cielo azzurro come il mare -.
- Oh, questo è proprio un brutto
guaio – rispose la fata – ma io voglio aiutarti. Conosco il luogo dove si
riuniscono i gabbiani per i loro convegni vespertini. Ma come farò a capire
qual è, fra i tanti, quello che ti ha rubato i pensieri? Dovresti
descrivermelo un po’.
– Ho visto solamente che era
più scuro degli altri ed aveva le zampe blu, anziché gialle come quelle di tutti
i gabbiani – rispose Amelia.
Allora la fata promise ad
Amelia che avrebbe cercato il gabbiano ladro di pensieri e che sarebbe tornata il
giorno successivo, nello stesso posto sulla spiaggia, all’ora in cui si erano conosciute.
Amelia si sentì un po’
rasserenata da questo stranissimo incontro e ringraziò la fata del mare.
Il giorno dopo Amelia non
mancò all’appuntamento con la fatina, la quale si presentò col solito sorriso
luminoso e le mani che tenevano stretto uno scrigno a forma di conchiglia.
Amelia la salutò con gioia e
speranza. Si sedettero ambedue su uno scoglio che stava li vicino e la fata
iniziò il suo racconto.
- Devi sapere – disse – che
non ho faticato molto a rintracciare il “tuo” gabbiano in quanto le sue zampe
blu spiccavano fra tutte quelle gialle dei suoi compagni. Ma oltre alle zampe
blu aveva sul capo una coroncina
luccicante di pietre preziose dai colori dell’arcobaleno. Egli se ne stava in
disparte e non partecipava alla conversazione con i suoi compagni, allora mi sono avvicinata e, siccome io so
parlare la lingua dei gabbiani, gli ho chiesto come mai aveva le zampe blu e la
coroncina di perle variopinte sul capo. Notai nei suoi occhi una luce
riconoscente ed egli incominciò a raccontarmi la sua storia:
- gentile fata, io sono vittima di un
incantesimo in quanto sono un re di un regno lontano ed ero sempre impegnato in
guerre e uccisioni finché il mio cuore mano a mano che il tempo passava
diventava sempre più insensibile al dolore che provocavo ai miei simili. Ma un
giorno toccò a me perdere una guerra e fui imprigionato in un maestoso castello
il cui re aveva dei poteri speciali. Lo implorai insistentemente di lasciarmi
la vita e la libertà. Questo re mi rispose che avrei avuto la vita e la libertà, ma sarei stato
trasformato in un gabbiano. Inoltre mi
disse che se volevo ridiventare umano avrei dovuto portargli i più bei pensieri
che esistessero al mondo. Così, dopo tanto vagare per i cieli, quando ero ormai
sfiduciato e rassegnato al mio destino, un pomeriggio vidi sulla spiaggia in
riva al mare una bellissima bambina che guardava estasiata il cielo e sopra la
sua testa dentro una piccola nuvola bianca brillavano i pensieri più belli del
mondo. Senza esitazione li carpii in fretta e questi si tramutarono subito nella
corona che mi vedi sul capo, a conferma che erano proprio i più bei pensieri del mondo
che mi avrebbero potuto liberare dall’incantesimo. Mi fermai in questo luogo
per riposarmi un po’ dal mio vagabondare e assaporare la mia gioia, prima di
intraprendere il viaggio verso il regno del re-mago. Ma quando ho cercato di spiccare il volo le mie ali non riuscivano più ad aprirsi e così sono disperato. -
- Le tue ali non si aprono –
dissi al gabbiano - perché la bambina
alla quale hai rubato i pensieri ora è triste e piange, perciò ti chiedo di
darmi la coroncina dei pensieri affinché io possa restituirgliela.-
- Il gabbiano sulle prime si
rifiutò, ma poi, consapevole che in ogni caso non avrebbe potuto volare, mi
permise di toglierla dal capo ed eccola qui.-
La fata aprì lo scrigno a
forma di conchiglia ed apparve la coroncina luccicante di perle dai colori
dell’arcobaleno.
- Ecco
i tuoi pensieri, Amelia - disse la fata - il gabbiano te li restituisce e ti chiede
scusa per averteli rubati.-
- Ma
lui sarà sempre vittima dell’incantesimo
– rispose Amelia – non voglio che la sua vita sia così triste a causa mia.-
A queste parole la coroncina
cominciò a brillare di una luce accecante e lentamente nello scrigno ne apparve
un’altra uguale identica.
La fata capì immediatamente
cosa era successo e, presa la seconda coroncina, si avviò in cerca del gabbiano dalle zampe
blu. Lo ritrovò dove l’aveva lasciato e gli posò la coroncina luminosa sul
capo.
- Ora
noi due voleremo insieme da Amelia – gli
disse.
In poco tempo la raggiunsero.
Quando Amelia vide che il gabbiano aveva sul capo la coroncina uguale alla sua
ne fu molto felice. Il gabbiano dalle zampe blu sostò per qualche attimo sullo
scoglio vicino e poi, emettendo un forte
strillo e sbattendo le ali, si levò nel cielo seguito dagli sguardi della fata
e di Amelia finché divenne un piccolo puntino nell’azzurro infinito.
Amelia si augurò che il
gabbiano dalle zampe blu arrivasse sano e salvo dal re-mago con la coroncina
dei pensieri, al fine di poter spezzare l’incantesimo e ritornare un essere
umano.
In pochi giorni le erano
accadute cose straordinarie. Si guardò attorno. La fata era scomparsa come era
venuta, allora Amelia cercò la coroncina, ma anche questa era sparita. Però sentiva
che nella testa i suoi bei pensieri erano tornati al loro posto felici e
contenti.
Passarono gli anni. Amelia
era diventata una bella ragazza e tutti in paese le volevano bene. Non aveva
perso l’abitudine, però, di andare alla spiaggia per farsi incantare dal mare.
Fu così che, durante uno di
quei momenti, scorse sulla rena una grossa bottiglia. Incuriosita, si affrettò
a raccoglierla e, vedendo che conteneva un biglietto, tolse il tappo e lo
estrasse. Era un foglio bianco sul quale erano scritte con lettere d’oro queste
parole:
- Grazie
Amelia, i tuoi bei pensieri mi hanno salvato la vita. Li sto portando in giro
per il mondo perché voglio donarli a tutti i re, affinché nei loro regni torni la pace, l’amore
e la felicità, come è successo nel mio,
dopo averti incontrata .-
Amelia alzò lo sguardo e vide una grande nave
bianca che si muoveva lentamente in alto mare.
Rimise il biglietto nella bottiglia e, colma
di gioia, s’incamminò verso casa, mentre i gabbiani l’accompagnavano, alti, danzando.
- Giovanna Giordani -
Fiaba premiata al Concorso Internazionale di Scrittura Creativa 2024, Piccola Giorgia Russo "Una Fiaba è... per Sempre".
Motivazione del premio:
Fantasia e buoni sentimenti sono gli ingredienti de "I pensieri di Amelia", dove i protagonisti, una bambina e un gabbiano, diventano emblemi di inclusione e dialogo. Gli stessi protagonisti agiscono così come costruttori di un mondo migliore.
Intanto mi prendo un pezzettino di dedica: grazie Giovanna. Poi ti dico che hai scritto proprio una bella fiaba che potrebbe piacere molto ai bambini, per la sua semplicità, bontà di sentimenti e originalità. Naturalmente è piaciuta molto anche alla bambina che è in me e ti saluto con in testa la coroncina donata da fata Giovanna
RispondiEliminaCiao
Franca
Grazie carissima Franca, sei certamente una destinataria della dedica a pieno titolo, e sono onorata delle tue visite. Io adoro le fiabe e ogni tanto mi salta lo sghiribizzo di scriverne qualcuna perché penso che la fantasia può aiutare a volte a rendere più sopportabile la realtà. E poi è giusto, come dici, ascoltare la voce "fanciullina" che è in ognuno di noi. GRAZIE!
EliminaGio
Ho letto la tua storia tutta d'un fiato, Giovanna, proprio come facevamo da piccole. Ora, da adulti, le ascoltiamo o le leggiamo con la giusta consapevolezza, ma ciò che si prova è per fortuna ancora molto simile alle piacevolissime sensazioni della nostra infanzia.
RispondiEliminaUn caro saluto.
Piera
GRAZIE Piera! Un altro abbraccio!
EliminaGio