giovedì 23 dicembre 2021

IL NATALE DI NINO

 

(foto da web)


Che fosse un bambino a dir poco speciale si era capito fin dai suoi primi anni. Il suo nome era Giovanni, ma per familiari e amici semplicemente e affettuosamente Nino.

Frequentava la terza elementare e aveva imparato a leggere e a scrivere in poco tempo. I suoi genitori ne erano naturalmente molto orgogliosi. Arrivata la vigilia di Natale gli domandarono se avesse delle richieste particolari per Babbo Natale.

Si, rispose prontamente il bimbo, scriverò una letterina. Va bene, risposero mamma e papà, poi andremo ad imbucarla affinché arrivi in tempo.

Nino aveva visto ai telegiornali delle cose che l’avevano colpito parecchio. Persone disperate che venivano dal mare su imbarcazioni traballanti, famiglie con bambini piccoli accampate al freddo e al gelo davanti a un muro di filo spinato che impediva loro di essere ospitati nel paese vicino.

Guardò il presepe che aveva preparato assieme ai suoi genitori. Gesù Bambino nella culla di paglia era seminudo e sorrideva con le sue piccole braccia alzate come volesse offrirsi alle persone che erano venute a vederlo. La Madonna e San Giuseppe erano inginocchiati accanto a lui e pregavano.

E Babbo Natale? Era un pupazzo bello giocoso che stava seduto tranquillo sotto l’albero in attesa di trasformarsi in quello che durante la notte avrebbe portato i doni.

Nino si recò nella sua cameretta, prese un bel foglio bianco e cominciò a scrivere la seguente letterina:

<Caro Babbo Natale, sei lì, vicino alla capanna dove ti sorride Gesù Bambino e io credo che ormai voi due siete diventati amici. Allora questa letterina voglio inviarla a tutti e due.

Ho visto ai telegiornali delle cose che mi hanno fatto piangere. Certa gente che stava per affogare in mare. Bambini che fuggivano dai loro paesi assieme ai loro genitori perché degli uomini cattivi cercavano di fare loro del male. Qui, in città, dove abito io ci sono tante luci, tanti negozi e tanti bambini come me hanno tante cose e tanti giochi, ma aspettano la festa di Natale per riceverne ancora. Allora caro Babbo Natale e caro Gesù Bambino vi prego questa volta di non portarmi regali ma di far giungere i doni destinati a me ai bambini che piangono e di aiutare le loro famiglie a vivere in una casa come la mia. Vi ringrazio e vi mando un bacio, ciao, Nino>

Ciò fatto, il bambino piegò per bene la letterina e, avuta una busta dalla sua mamma, la inserì con determinazione, scrisse l’indirizzo e gliela riconsegnò affinché la imbucasse nella cassetta delle lettere come aveva promesso.

Il giorno di Natale ci fu la risposta. Sotto l’albero, accanto al presepe spiccava una bella busta rossa indirizzata proprio a Nino che l’aprì tutto trepidante e lesse a voce alta quanto stava scritto:

<caro Nino, ci ha fatto molto piacere la tua letterina poiché quello che hai richiesto è più importante di tutti i giocattoli del mondo e, se i nostri collaboratori ci danno una mano, cercheremo di esaudire il tuo desiderio. Ma nel frattempo accetta questo piccolo segno del nostro affetto per te

firmato: Gesù Bambino e Babbo Natale>.

Allora cercò con lo sguardo sotto l’albero e vide un pacchettino con scritto il suo nome. Lo scartò e si trovò fra le mani un bellissimo libro con una copertina dai vivaci colori dove primeggiava a grandi lettere il titolo:

LE PIÙ BELLE STORIE DI NATALE

Nino non stava in sé dalla gioia e mostrò felice ai suoi genitori il bel regalo che gli avevano fatto Gesù Bambino e Babbo Natale. Naturalmente si sarebbe ricordato di quel giorno di Natale come uno dei più belli della sua vita.


- Giovanna Giordani -


2 commenti:

  1. Come sei brava, Gio, che bel racconto! Io credo ancora che ai bambini di oggi le storie come la tua farebbero un gran bene, invece di assecondarli con videogiochi talvolta violenti, e questo quando va bene...
    Grazie.
    Piera

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bentrovata carissima Piera! Grazie del tuo bel commento e, sì, hai perfettamente ragione riguardo ai videogiochi...
      Un abbraccio
      Gio

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