domenica 9 agosto 2015

UN ORDINATO GROVIGLIO (Piera Maria Chessa)





Mentre mi accingo a fissare sulla carta le mie impressioni e riflessioni riguardo alla lettura della silloge poetica di Piera Maria Chessa UN ORDINATO GROVIGLIO,  mi accorgo che non saprò mai dire di più e meglio di quanto hanno scritto così efficacemente le autrici della prefazione e postfazione del libro.
Mi limiterò quindi a riportare le pure sensazioni che la lettura delle poesie di Piera ha suscitato in me.
La silloge è ordinata in sezioni riguardanti i vari argomenti scelti dall’autrice e… qui il groviglio inizia pian pianino a districarsi.
S’intitola Mattino il testo che apre la raccolta, nella sezione Nei silenzi della casa e già i primi versi mi trasmettono una serenità e predisposizione d’animo all’ascolto [... ]apro la porta ed esco adagio / subito avvolta dalla luce del sole. Il linguaggio è semplice e scorrevole, ma ricco di significati profondi che si apre a molteplici interpretazioni. In questa descrizione della nascita di un nuovo giorno,  ad esempio, io leggo un inno alla vita, attraverso l’abbraccio rassicurante del sole, che trasmette speranza e fiducia; il sole ritorna, dopo il buio (le sofferenze, gli affanni) e la poetessa lo accoglie come un buon padre che rassicura e “consola” invitando a proseguire con coraggio il cammino.
Ma è Dentro il silenzio che l’autrice ricerca il senso, la risposta […] Scelta del silenzio / dentro il quale ritrovarmi e scoprire / una ragione plausibile del nostro vivere.
L’animo della poetessa è già qui tutto rivelato e non si smentirà nelle poesie successive. L’attenzione verso ciò che la circonda, siano esse persone, animali o spettacoli della natura la spinge a tradurre tutto questo in poesia affinchèsentimenti, emozioni e riflessioni non si disperdano nel nulla. Così si materializza agli occhi del lettore il “quadretto” che la poetessa osserva Dalla finestra: Nel parco sotto casa / una coppia di anziani / è seduta su una panca / la mano del vecchio / è poggiata sul bastone. // Il sole sopra di loro / intorno il verde delle aiuole // Parlano piano, indicano qualcosa / un sorriso appena accennato, una carezza: / attimi brevi di complicità.
Il cadere delle foglie ha spesso ispirato i poeti e così anche Piera ne coglie la metafora del trascorrere del tempo in cuiCome foglie […] gli anni si allontanano lenti / dalle nostre vite / e giacciono a terra privi di linfa / già distanti da noi / ad uno ad uno. Ma nell’osservazione del tempo che trascina le nostre vite non ravviso vera e propria tristezza bensì una consapevolezza appena velata di malinconia, un fatale affidamento al destino riservato a tutti noi,  in simbiosi con quanto succede alle foglie e ad altre forme vitali che ci vivono accanto . 
Così anche il tema della morte diventa “leggero” se affrontato prendendo spunto da un ricordo innocente, che ispira molta tenerezza, nella dedica alla sua tata Paola: […] - Morirò oggi? – chiedevo piano / per un piccolo taglio sulla mano / - non c’è tempo stasera – mi rispondevi tu / cara tata scherzosa / amica adulta di quegli anni lontani […]
Per le strade è la seconda sezione dove l’autrice descrive impressioni ed emozioni suscitate in lei da luoghi particolarmente affascinanti come Mont Saint Michel o Firenze; e visto che lei abita in Sardegna possiamo anche leggere la dedica a uno dei più attraenti simboli dell’isola e cioè Il nuraghe: […] Poco distante il millenario nuraghe domina l’altopiano / il vento è freddo / e strapazza impietoso / le ombre rare dei passanti / che percorrono il sentiero. //[…] tutto parla nel silenzio / e porta l’eco di un tempo remoto / ancora vivo nella memoria.
Leggendo le poesie di Piera sembra di essere lì accanto a lei che ci fa partecipi delle sue riflessioni profonde nell’osservare l’abilità dell’uomo nel costruire, inventare, produrre arte ed opere che resistono al tempo e continuano a stupire e ad affascinare le generazioni nel loro susseguirsi. Così come nel ricordo di Firenze: Firenze la ricordo /dall’alto dei colli di Fiesole / sentivo di possederla / mi sentivo posseduta / in quel groviglio ordinato / di case e viali […] .  Da questi versi, dunque, il titolo. Indovinato direi. Che cosa c’è di più aggrovigliato della vita? E chi non cerca di dare un ordine a questo groviglio? Un modo assai sublime credo possa essere quello della poesia che si avvale della magia della parola per “mettere in ordine” emozioni e pensieri.
La sezione Ritratti è dedicata a persone care di cui l’autrice fissa nelle parole attimi di vita come in una fotografiaaffinchè rimangano per sempre nel ricordo.
Degne di ammirazione sono poi le poesie della sezione Prigioniero in cui Piera, con estrema delicatezza, entra nel mondo angusto e difficile della reclusione in cui le persone possono trovare piccole gioie in gesti altrettanto piccoli ma grandi nel loro potere “consolatorio” come nella poesia Il passero: […] Nessuna fatica per te adattare / la tua piccola vita alla mia di recluso / una piccola gioia per me regalarti / un pezzetto di pane.
Nella sezione La certezza del dolore percepisco la poetessa quasi visivamente nel voler accarezzare e consolare coloro che portano in sé una sofferenza che lei intuisce dagli sguardi o dagli atteggiamenti, come nella poesia I tuoi occhi neri  : Lacrime amare / sul tuo viso minuto / uno sguardo smarrito / i tuoi occhi neri / mi colpiscono al cuore […] ; oppure in Richiesta : L’auto è in sosta / una donna straniera tende / la sua mano […]
L’ultima sezione s’intitola Il quaderno delle assenze e raccoglie i ricordi che la scrittrice dedica alle persone care che hanno compiuto l’ultimo viaggio. Qui si trova una poesia che mi ha colpito in modo particolare e che riporto integralmente perché la poetessa, con il suo stile rispettoso e garbato, denuncia un certo tipo di realtà che a volte si può riscontrare in taluni ambienti ospedalieri:

Umanità dolente

Corsie d’ospedale:
uno sguardo discreto dentro le sale
attraverso porte troppo aperte.

La solitudine è evidente
sui tanti visi rassegnati.
Gli occhi incerti, talvolta lontani
in attesa di una visita, una parola
un po’ di compagnia.

Lungo corridoi senza fine
camminano camici informi:
insensibili ombre bianche
indifferenti ad un’umanità dolente
che in silenzio chiede dignità.

La raccolta termina con la poesia dedicata alla madre dettata da parole di tenerezza e d’affetto che solo un grande amore filiale riesce a trovare: […] I momenti che abbiamo condiviso / impegnano la mia mente / inteneriscono l’animo// Non ci sei / ma il tuo ricordo mi accompagna / anticipa i passi / preparando la via sulla quale cammino.
Che altro dire di queste poesie? Dico solo che mi hanno conquistata, perché ho sentito vibrare nei loro versi un’anima generosa, attenta e sensibile verso gli esseri più fragili incontrati sul sentiero della sua esistenza, un’anima che ama e vuole cantare la vita in tutte le sue sfumature, pur essendo amareggiata dalle ingiustizie e dalla sofferenza che troppo spesso l’accompagnano.
Lo stile è colloquiale, ma non mancano rime ed assonanze che conferiscono ai versi una armoniosa fluidità. Chi legge entra subito in sintonia col messaggio che la poetessa desidera trasmettere e la lettura risulta quindi agevole e piacevole.
A conclusione di queste mie impressioni, dunque, posso tranquillamente affermare che questa silloge mi ha lasciato nell’animo una sensazione di limpida bellezza e vi ho trovato con piacere, citando Lamarque, la più squisita “intelligenza del cuore”.

Giovanna Giordani



Edizioni Il Filo - Pagg. 77 – ISBN 9788861858190  

4 commenti:

  1. Cara Giovanna, mi trovo perfettamente d'accordo. Anche io ho letto questa raccolta di Piera Maria e "limpida bellezza" è il termine giusto.
    Grazie! Bravissima!
    Complimenti a Piera.
    Un abbraccio
    Graziella

    RispondiElimina
  2. Carissima Giovanna, perdona il mio ritardo nel ringraziarti, chissà quante volte ancora lo farò! Sono stati giorni impegnativi, malinconici e frenetici perché la mamma di mio marito adesso non c'è più.
    Ora, eccomi qui, grazie di cuore per la tua bella recensione, che ho riletto, come puoi immaginare, con grande piacere, ritengo un po' immeritate le tue belle parole, ma, nello stesso tempo, mi sono molto gradite.
    Un grande abbraccio e un buonissimo ferragosto.
    A presto.
    Piera

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi dispiace per la perdita della mamma di tuo marito, carissima Piera.
      Grazie sempre a te. Un abbraccio forte
      Giovanna

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