sabato 5 novembre 2022

LA BAMBINA DI KIEV (Recensione)

 

La piccola Alisa di anni dieci, la mamma Polina, il padre Semyon, il nonno Olexander sono i protagonisti di questo racconto coinvolgente, imbevuto di tragicità e di una fiducia cocciuta nella vita nonostante il male che questa famiglia incontra sul suo cammino.

…”Olexander alzò gli occhi al cielo. – La guerra, la guerra! C’è già stata la guerra qua, prima con i comunisti, poi con i nazisti. Chi vuole di nuovo la guerra? –

I russi, avrebbe potuto ribattere Polina. Ma solo pensarlo sembrava assurdo. Tutti i russi avevano parenti in Ucraina. Tutti gli ucraini avevano parenti in Russia. A chi poteva venire in mente di spingerli gli uni contro gli altri? Per spararsi, poi, e ammazzarsi a vicenda? Certo, c’era quel caos orribile del Donbass, che durava da anni e non era del tutto chiaro come fosse scoppiato e cosa potesse provocare. Ma non se ne parlava molto, alle autorità non piaceva si approfondisse la questione.

La donna non rispose e l’uomo sbuffò, soddisfatto. Si era quietata. – Pensaci, e vedrai che ti convincerai. Non ci sarà nessuna guerra…-“

Ma la guerra, come tutti sappiamo, è entrata all’improvviso e prepotentemente nella loro vita sconvolgendola con il suo carico di morte, dolore e distruzione. Solo la speranza continua a dibattersi nel cuore dilaniato dei protagonisti per non soccombere e accompagnerà i sopravvissuti fino all’entrata nell’agognata Europa.

Alisa, proprio nei primi giorni dei bombardamenti, perderà l’amatissimo padre ucciso da una mitragliata alla sua autovettura mentre cercava di fuggire per portare in salvo la sua famiglia e il nonno Olexander padre della moglie Polina.

La fuga da Kiev, dove fino al giorno prima questa giovane famiglia viveva serena con tanti progetti per il futuro, si svolgerà poi con mezzi di fortuna o a piedi, e si può immaginare con quale stato d’animo. Nell’attraversamento di un fiume viene bombardata la passerella che sostiene i fuggiaschi e mamma Polina sparisce dalla vista della sua piccola Alisa che il nonno Olexander è riuscito, per fortuna, a portare in salvo. La ricerca della donna attraverso il telefono cellulare e nei punti di sosta per i profughi non dà esito positivo. Si spera di trovarla a Leopoli, città che accoglie i tanti che vi accorrono per mettersi in salvo. Da Leopoli ci si può rifugiare in Polonia al riparo dalla guerra.

La narrazione è fluida, avvincente e, naturalmente, carica di eventi che il lettore ha più o meno già potuto conoscere attraverso i vari reportage televisivi. Riviviamo nel racconto il primo periodo di questa assurda, crudele e stupida guerra della quale desideriamo tutti la fine veloce.

L’epilogo della vicenda della piccola e coraggiosa Alisa è in Polonia dove per i sopravvissuti della sua famiglia inizierà una nuova vita e si può immaginare con quali ricordi…

Questo racconto è emblematico delle tante tragicità che vivono i bambini e le loro famiglie nei contesti di guerra nella nostra epoca “evoluta” che rischia di perdere gran parte della propria preziosa umanità.

Un libro da leggere, sicuramente, magari anche nelle scuole, per far comprendere il valore e l’importanza della pace che, purtroppo, ancora oggi, in tante parti del mondo è difficile da conquistare.


Giovanna Giordani


– Luca Crippa e Maurizio Onnis – Pienogiorno – Pagg. 286 – ISBN 9791280229557 – Euro 17,90


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