domenica 7 marzo 2021

RECENSIONE

Finchè si produrranno armi ci saranno guerre e omicidi.

Ma per non produrre armi ci vuole un coraggio straordinario...

Meglio cercare la pace su altri pianeti??

Non fa rumore il pianto di un bambino - Laura Vargiu – Migr-Azioni – ISBN 9788894456813 – Euro 9,00


Un titolo che è una calamita per chi cerca nella poesia cuore, solidarietà e fratellanza. Chiamiamola anche poesia-civile o poesia-denuncia.

E infatti non si rimane delusi dalla lettura di questa silloge. In essa troviamo anche poesie d’amore a tratti ispirate dai miti, ma il filo conduttore è il dolore, la sofferenza di coloro che sono vittime di soprusi e ingiustizie.

Lo stile è piano ma molto incisivo.

Laura sente su di sé lo strazio che patiscono gli oppressi, le sofferenze provocate dalle guerre nelle quali le vittime purtroppo sono troppo spesso gli indifesi, gli innocenti, i bambini …

Le sue parole sono un grido di dolore e di denuncia contro la crudeltà compiuta dagli esseri umani (è giusto definirli umani?) verso i loro simili.

E questa voce riesce, per fortuna, a farsi ascoltare da coloro che la comprendono e viene premiata in vari concorsi di poesia.

Perché se un poeta sa di essere impotente verso i soprusi compiuti da coloro che il potere lo detengono, è altresì cosciente che l’unica arma con la quale può contrastarli è la parola. E la sua coscienza lo “obbliga” ad usarla.

Io posso solo dire con parole semplici che ho provato molta ammirazione per l’opera di questa poetessa che non sa certo cosa sia l’indifferenza, ma cerca, con il mezzo che le è più congeniale e cioè la scrittura, di esprimere la sua indignazione, ribadiamo pure il suo doloroso sgomento per gli altrui patimenti . Per questo penso sia giusto far parlare lei stessa riportando qualche stralcio dei testi che mi sono parsi più significativi:


I cieli di Gerusalemme

.…

Cieli di villaggi perduti, macerie di memorie e diaspore nuove

si riflettono i cieli di Gerusalemme

negli occhi dei bambini che non li hanno mai visti

e in quelli dei vecchi che ancora li piangono

sventolando nei colori di una bandiera

che non trova più la strada di casa


Cieli di sogni e risvegli da notti incompiute

cieli di rassegnazione e speranze sospese di un popolo

.-.-.-.-.-

La madre di Tunisi

Alle madri mediterranee. A tutte le madri che hanno perso i figli per mare

………

Urlo a squarciagola il tuo nome

vuota ormai di ogni altra parola


Per far tacere il silenzio del mare

odioso frastuono di segreti di morte

che il mio antico cuore di madre

non si rassegna ad ascoltare.


.-.-.-.-.-.-

Gli invisibili

……

Isole in mezzo ad urbani oceani

d’indifferenza disperse

s’inabissano senza voce

nelle incenerite notti

di anonimi giorni sempre uguali.


.-.-.-.-.-.


La rosa di Damasco

Al dramma del popolo siriano


Negli inverni delle umane infamie

sfiorite gemono le primavere

dei tuoi giardini dai millenari incanti

…….

Spirano i tuoi petali

avvizziti e inermi

lungo sentieri di profughe marce


Dimenticati

sotto sguardi spenti e vacui

dei cieli nostri d’indifferenza saturi.


.-.-.-.-.


Angelina

A mia nonna e a tutti i bambini,ieri come oggi, figli della guerra

..

Di lui però non ricorda il volto

.....

È solo una bambina, Angelina

non sa di tutte le miserie umane

né del mondo al di là del mare

ove il fante suo padre d’onorata sarda brigata

a una remota frontiera martoriata

uccide e assale per poter da lei a casa tornare.


.-.-.-.-.


Saffo non canta più

Saffo non canta più

né l’inquieta insonnia delle stelle

né i fremiti di cuore e pelle

solo il dolore spezza la lingua

la ghermisce, l’avvinghia

mentre impietosa di sbarchi cala un’altra notte

già presaga di pianti e di morte.

e all’alba rigurgita il mare

avanzi di naufraghe vite

tra la spuma dell’onde stagioni tradite

sorrisi infranti d’infanzia

tra ruvidi scogli ed esangui rive.


.-.-.-.-.


Non fa rumore il pianto di un bambino

Al dramma dimenticato dello Yemen e del suo popolo

.

Anche la luce mutilata della luna

in questo martirio d’ombre s’oscura

come per dar anestetizzata requie

alla sorda coscienza del mondo

che distrattamente si risveglia ogni mattino

senza che nel cuore faccia più rumore

nemmeno il pianto d’un bambino.


Ecco, dunque qualche “assaggio” di questa pur breve, ma preziosa raccolta. Silloge senz’altro consigliabile.

Sono grata a Laura di avermi dato la possibilità di leggerla.


Giovanna Giordani

4 commenti:

  1. grazie Giovanna per questa recensione. Abbiamo bisogno di poesia sociale, me lo dico da tanto, anche se non sono più in grado di scriverla (almeno per ora). Complimenti a Laura Vargiu

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    Risposte
    1. Grazie a te Franca. Conoscendoti attraverso i tuoi scritti poetici e in prosa io credo che tu saresti in grado di scrivere ottime poesie sociali! Ma, certo, bisogna trovare il momento giusto...! Ancora tante grazie
      Gio

      Elimina
  2. Una bella recensione, Giovanna, a una silloge scritta con sensibilità e condivisione del dolore altrui. Bei versi che sanno coinvolgere emotivamente.
    Grazie.
    Piera

    RispondiElimina

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