Giovanna Giordani non mi è certo sconosciuta, essendo un ospite frequente di Arteinsieme, il magazine che conduco, e proprio per questo credo di poter scrivere a ragion veduta di un’artista che, animata dai migliori sentimenti, cerca di esprimerli in versi, non di rado con risultati lusinghieri. In cambio rare sono le pubblicazioni delle sue poesie, tanto che prima di questa rammento solo Sulla riva del fiume edita da Aletti nel 2009 e di cui scrissi una recensione positiva. In quel giudizio ormai datato rammento che la stessa Giovanna Giordani mi confermò quanto riportato nella quarta di copertina, che trascrivo fedelmente: “Il mio poetare non è ricercato, lo definirei naif, semplice, vero che ubbidisce ad una voce arcana che mi detta le parole per dar forma scritta alle emozioni, ai sentimenti.” Sono parole che ancor oggi mi sembrano appropriate, perché la poesia dell’autore trentino ha effettivamente le caratteristiche che sono proprie della pittura naif, cioè la semplicità e il candore con cui vengono espressi i sentimenti. Ne scaturisce una poetica che ha un suo pregio e che in genere incontra il favore di chi legge.
“Quando il clamore del mondo / si spegne / riecheggia amico / il
canto dei poeti . /….”(da Il canto dei poeti); “Il suo bussare fu lieve / e la
terra comprese / e chiese al sole / un regalo speciale / per sconfiggere il
gelo / che l’opprimeva. /...”(da il Bucaneve); “Le voci del bosco d’inverno / le senti frusciare
/ fra i rami svestiti / e le foglie rimaste / a vegliare /….” (da Le voci del bosco d’inverno); “Sguardi
affacciati / dalle carrozzine / allineate / lungo il
corridoio / come rondini in sosta / sui fili della luce / tenere / distanti” (da
Casa di riposo).
Versi come questi, nella loro pacata armonia, ben esprimono
sentimenti ed emozioni, sono inclini a penetrare senza sforzo nell’animo di chi
legge, trasmettendogli un benefico senso di pace, con la dolcezza che li
accompagna e una semplicità volta appunto all’immediatezza. L’impressione che
mi sono fatta è che sgorghino senza freno dall’animo di Giovanna, pur con il
pudore dei crochi che sbocciano nella neve nel tardo inverno e con l’ardore dei
primi raggi di sole che annunciano l’arrivo dell’imminente primavera.
Dunque, una poesia semplice, ma per niente scontata, e che
trova questo fiume ricorrente nei titolo delle raccolte di Giovanna Giordani,
con l’agilità della corrente di parole che scandiscono i versi, saltellante fra
le rocce con un suono cristallino e che non diventa mai rombo prima di
adagiarsi, procedendo lentamente, nel suo cammino in pianura verso la foce.
Non c’è problema d’interpretazione perché si tratta di
sentimenti puri e innati, che sgorgano come una polla di sorgente; si fiondano
nel cuore di chi legge e ci restano, sono il sereno dopo una tempesta, sono la
quiete in cui ogni tanto rifugiarsi.
Non credo di aver altro da dire, se non la raccomandazione di
leggere Lungo il fiume della vita.
Renzo Montagnoli
Che sorpresa cara Giovanna! Passavo di qui e ho scoperto che hai pubblicato un nuovo libro; non ne sapevo niente. Complimenti! Mi farà molto piacere leggerlo.
RispondiEliminaGrazie, Franca!
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