Un romanzo che, attraverso le vicende di una famiglia ucraina,
ci fa entrare nell’orribile realtà dell’Holodomor. Far morire milioni di
persone di fame lasciando marcire il grano nei depositi, penso che sia uno dei
peggiori crimini contro l’umanità.
E tutto questo in nome di una ignobile e vile ideologia chiamata “collettivizzazione” dei
prodotti della terra. Ma di collettivo c’era solo la morte di gente semplice
alla quale era stata tolta l’unica fonte di sostentamento rappresentata dal
lavoro contadino.
Il regime comandava loro di lavorare e produrre senza la
possibilità di godere dei frutti delle loro fatiche. Chi cercava di opporsi a
questa ignobile prepotenza veniva regolarmente ucciso.
Alcuni di quei pochi sopravvissuti a questo sterminio hanno
trovato rifugio all’estero, principalmente in America, dove hanno potuto rifarsi una vita, cercando
di tenere a bada i tristi ricordi degli orrori subiti nella loro amata terra
Ucraina.
L’autrice di questo bellissimo romanzo-testimonianza è
americana ma ha origini ucraine e ciò che scrive non è pura invenzione
bensì trascrizione di realtà raccontate
da chi le aveva vissute sulla propria pelle.
L’asservimento al regime, le crudeltà perpetrate su un popolo
inerme e indifeso non potranno mai essere dimenticate da chi è riuscito a
sopravvivere. Si capisce così come, con
l’avvento dell’assurda e crudele invasione russa dell’Ucraina del febbraio
2022, questo popolo, fiero e coraggioso, che a fatica era riuscito a rendersi
indipendente e autonomo, ora cerchi di lottare con tutte le sue forze per non
sottostare nuovamente al regime dittatoriale russo.
“I
girasoli di Kiev” l’ho preso a prestito presso la biblioteca, ma mi è sembrato
così vero e interessante che lo voglio acquistare per tenerlo fra i miei
preferiti.
È
chiaro quindi che ne consiglio vivamente la lettura.
Tanti
crimini sono stati compiuti da certi “uomini” che si credevano immortali per
poter dominare il mondo ed è triste assistere anche ai giorni nostri a violenze
inaudite sui propri simili.
Fin
dagli anni della mia giovinezza, “all’apparir del vero”, nella mia piccola
mente mi è sembrato di poter sostenere che la guerra è il più alto grado della
stupidità umana. E credo proprio che non cambierò mai idea.
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