E’ grande la pieve del mio paese
sembra una madre con le braccia tese
verso i suoi figli in cerca di riparo
come nel mare rassicura il faro
Brillano gli ori alle candele accese
chi la volle non badò certo a spese
per ornarla, un principe non avaro
assunse artisti dall’ingegno raro
La contemplo e ripenso al mio passato
le solenni funzioni e l’innocente
rapimento dell’animo incantato
dalla sacra bellezza onnipresente
che un po’ stregava il cuore lieto e grato
al pensiero di un Dio benedicente.
- Giovanna Giordani -
Una bellissima dedica che, mi fa ritornare alla mente la chiesa del mio paese nel tempo d'infanzia.
RispondiEliminaMi ha donato un magico momento di pace.
Grazie, Giovanna!
Un abbraccio
Graziella
Sì, la foto è effettivamente quella della "mia" chiesa del paese dove sono nata e cresciuta ed è veramente un capolavoro di bellezza!
EliminaAbbraccio ricambiato carissima!
Gio
E per un tema così intimo e importante
RispondiEliminaci voleva un sonetto classicheggiante!
Mi piace quando ci sforziamo di scrivere con le forme classiche perché ci spingono a confrontarci con forme poetiche non più consuete.
Franca
Grazie, Franca, sì ho una simpatia per i sonetti anche se magari non mi riescono canonicamente perfetti. Mi diverte cimentarmi con queste antiche forme di poesia. Buona domenica, e...buon tutto! Ciao, Gio
Elimina