Zeinab
il due ottobre io compivo gli anni
e tu venivi uccisa
dopo atroci violenze
e abusi
vittima indifesa
in cella con catene pesanti
Zeinab
Si ricordino anche di
te
l’otto marzo - festa della
donna -
sposa bambina
privata del bene più grande
chiamato Libertà
- Giovanna
Giordani -
- Poesia che ha ricevuto una Menzione al Concorso "Le voci delle donne"
in Castrocaro Terme (Forlì) - giugno 2024
Giustiziata Zeinab, la sposa bambina curda che si era ribellata al marito
La ragazza è stata impiccata in Iran era stata arrestata nel 2011 quando aveva 17 anni. Picchiata dalla polizia e costretta a confessare. Il cognato l'aveva più volte violentata
Zeinab Sekaanvand, cittadina curda iraniana impiccata a Urmia
"La sua esecuzione è profondamente ingiusta e dimostra il disprezzo delle autorità iraniane per il diritto alla vita dei minori", ha dichiarato Philip Luther, direttore di Amnesty per il Medio Oriente e Nordafrica.
Zeinab era stata arrestata nel 2011, quando aveva diciassette anni, accusata dell’omicidio del marito che era stata costretta a sposare all’età di 15 anni.
Zeinab aveva confessato l'omicidio dopo essere stata trattenuta per 20 giorni in una stazione di polizia, dove - secondo quanto aveva denunciato - era stata picchiata dagli agenti. Anche il processo è stato gravemente irregolare: Zeinab ha incontrato il suo avvocato, quello assegnatole di ufficio, solo nell’ultima udienza del processo.
In quell’occasione aveva ritrattato la "confessione" resa quando era priva di assistenza legale, denunciando che l’assassino era stato il fratello del marito, che in passato l'aveva ripetutamente violentata.
L'uomo le avrebbe inoltre detto che se avesse accettato la responsabilità dell'omicidio l'avrebbe perdonata, il che è permesso dalla legge islamica. Dichiarazioni ignorate dai giudici, che il 22 ottobre del 2014 l’avevano condannata a morte.
Zeinab era stata arrestata nel 2011, quando aveva diciassette anni, accusata dell’omicidio del marito che era stata costretta a sposare all’età di 15 anni.
Zeinab aveva confessato l'omicidio dopo essere stata trattenuta per 20 giorni in una stazione di polizia, dove - secondo quanto aveva denunciato - era stata picchiata dagli agenti. Anche il processo è stato gravemente irregolare: Zeinab ha incontrato il suo avvocato, quello assegnatole di ufficio, solo nell’ultima udienza del processo.
In quell’occasione aveva ritrattato la "confessione" resa quando era priva di assistenza legale, denunciando che l’assassino era stato il fratello del marito, che in passato l'aveva ripetutamente violentata.
L'uomo le avrebbe inoltre detto che se avesse accettato la responsabilità dell'omicidio l'avrebbe perdonata, il che è permesso dalla legge islamica. Dichiarazioni ignorate dai giudici, che il 22 ottobre del 2014 l’avevano condannata a morte.
Povera creatura. Ancora viviamo sotto i comandi di criminali
RispondiEliminaGraziella
Versi dolorosi e amari, i tuoi, Giovanna, dedicati a una ragazza uccisa con tanta brutalità. Non conoscevo questa storia ingiusta e terribile, una delle tante di cui non veniamo a sapere niente.
RispondiEliminaMi dispiace moltissimo.
Piera