Propongo volentieri questa poesia in dialetto trentino:
Lassème star
da sol
su sta bancheta
e né lizeri
per le vosse strade.
No gaverò paura
del silenzi
perché i ricordi
i parla
i brusa
i tase.
Lassème ciacolar
col vènt e i fiori
e rider come en pòpo
che strangossa
de 'mpresonar colori
'nte le man.
No son finì.
Gò ancora en s'ciap
de sogni da zugar
e vinzerò,
sul temp e sui dolori.
. Antonia Dalpiaz -
(scrittrice e poetessa trentina)
-.-.-.-
traduzione:
Lasciatemi stare
da solo
su questa panchina
e andate leggeri
per le vostre strade.
Non avrò paura
del silenzio
perché i ricordi
parlano
bruciano
tacciono.
Lasciatemi chiacchierare
col vento e i fiori
e ridere come un bambino
che brama
imprigionare colori
nelle mani.
Non sono finito.
Ho ancora un gruzzolo
di sogni da giocare
e vincerò,
sul tempo e sui dolori.
≪Credevano, gli uomini, che la cosa più sacra e più importante non fosse quella mattinata di primavera, non fosse quella bellezza del mondo, concessa per il bene di tutte le creature, giacché era una bellezza che disponeva alla pace, all’accordo, all’amore: ma fosse, la cosa più sacra e più importante, ciò che essi stessi avevano escogitato per poter dominare gli uni sugli altri.≫(Leone Tolstoj)
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Bellissima, Giovanna, lo è nella traduzione, ma è ancora più poetica in dialetto trentino!
RispondiEliminaAvevo capito un po' ma non del tutto. E' proprio vero, i dialetti non vanno dimenticati, vanno nutriti e conservati.
Piera
Ciao carissima Piera, è vero i dialetti sono preziosi, sono la nostra lingua "madre"! Grazie
EliminaGio