“La vita è come un corso d’acqua” sembra suggerire il titolo di questa silloge di Giovanna Giordani, di recente pubblicazione. E come tale, nel tempo del suo lungo percorso, va incontro a diverse situazioni, piacevoli o spiacevoli, alle quali deve cercare di adattarsi. Questa interessante metafora del fiume si potrebbe dire faccia parte del DNA di Giovanna, nata nei pressi del fiume Adige con il quale ha mantenuto nel tempo una buona comunicazione, avendo trascorso gran parte della sua infanzia e adolescenza in sintonia con il fiume e con la natura circostante.
Ma le poesie di questo nuovo volumetto vogliono rappresentare soprattutto un omaggio alla bellezza della natura, in generale, e ad esse il fiume della vita fa in un certo modo da sfondo, da caratterizzazione anche dell’animo gentile della poetessa.
In queste poesie viene utilizzato un linguaggio che sembra essersi sollevato dalla materialità del mondo, aver superato la sua opacità, la sua pesantezza, ed aleggiare sospeso per avere una prospettiva migliore, una visione che predispone alla messa in evidenza del bello che la natura sempre offre. Basta saper cogliere l’attimo e il luogo nella giusta “inquadratura”.
È proprio vero che le cose possono acquistare senso e significato diverso a seconda di come le si guarda, o dello stato d’animo con cui ci si connette ad esse, o ancora a seconda di quel che si vuole comunicare o delle sensazioni evocate dai ricordi. Il linguaggio, a sua volta, aiuta l’intenzionalità di chi osserva, pensa e scrive, per chiarire, prima di tutto a se stessi e poi a chi leggerà, le proprie sensazioni e riflessioni sulle proprie esperienze.
In questa raccolta, la leggerezza del linguaggio, quella categoria della scrittura tanto cara a Italo Calvino, è il vero cardine con cui e su cui sono concepite le poesie che, forse proprio per questo, acquistano uno spessore che le riveste di significato profondo.
Guardare alle poesie nella loro totalità è come mettersi nella stessa prospettiva dell’autrice e vedere dal suo stesso punto di vista. In questa operazione di immedesimazione, che avviene in modo del tutto naturale, la sorpresa è che si assorbe la stessa serenità che sembra dimorare nell’animo della poetessa. Un esempio per tutte le poesie: È questo un posto, in cui Giovanna sembra vivere all’unisono con quel che le sta intorno, e la descrizione che ne fa è accattivante perché è come se stesse parlando del suo piccolo paradiso e mostrasse a sua volta a chi legge la comprensione del valore e della bellezza della vita che ne ha ricavato.
Una caratteristica particolare di questa raccolta è l’osservazione che l’autrice fa dei suoi luoghi nelle diverse stagioni dell’anno, così che il bosco, ad esempio, viene rappresentato nelle sue diverse sfaccettature, dando l’impressione che si stiano osservando dei quadretti bucolici, molto rasserenanti. Lo stesso accade con i brevi componimenti della parte finale del libro, gli haiku.
Nei tempi inquieti in cui la nostra vita sembra essere precipitata, la lettura di queste poesie appare come un toccasana, un modo per ricordarci che c’è sempre del bene che possiamo fare a noi stessi, vivendo come in simbiosi con la natura, il cui rispetto non può che riverberarsi su noi stessi e generare un circolo virtuoso di benessere.
Personalmente vorrei intendere e indicare ancora meglio queste poesie come un talismano, come una modalità per sconfiggere il male che vorrebbe prendere il sopravvento, per esorcizzarlo e cancellarlo definitivamente da questo mondo bello e dalle nostre vite.
In questo senso, la poetessa indirizza anche i suoi sforzi quando esprime il suo forte dissenso, anzi, la sua indignazione, verso tutto ciò che tende ad obnubilare le coscienze per far sì che possano venire più facilmente soggiogate dal male, in certo qual modo come se potessero esserne assuefatte, anziché ribellarsi ad esso esprimendone chiaramente la non accettazione. In questo libro, dove prevale la leggerezza del linguaggio espressivo, la poetessa riesce a dire con molto garbo e come aggirando ciò che non va, che il male non deve avere posto nel nostro mondo, ad esempio nelle poesie, Piccola Italia, A Papa Francesco, Europa.
In altre poesie, in cui parla dei poeti e del loro canto, Giovanna sembra quasi darci una precisa indicazione di come dare valore alle piccole cose, senza lasciarci irretire, appunto, dalla malvagità e disumanità che subdolamente continua a restare in circolo.
È una lettura molto gratificante, è come ritrovare un senso alla nostra quotidianità, è come percepire che questo mondo ha delle chanses migliori e che ogni attimo del nostro tempo, ogni nostro respiro, possono (e devono!) essere sempre meglio indirizzati verso il bene, nostro obiettivo prioritario, in ogni caso.
Maria Carmen Lama
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Grazie, Carmen!
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