Ho letto con piacere il breve
romanzo di Graziella Cappelli e dirò che
il primo vocabolo che mi è venuto in mente a lettura terminata è stato:
verismo.
Non credo che Graziella nel
comporre il suo primo lavoro di narrativa abbia pensato ad una corrente
letteraria, ma, si sa, ogni lettore ha un diverso impatto con la lettura.
E’ un’autobiografia scritta in
terza persona, un cammino a ritroso nel tempo fino al periodo dell’infanzia e
della prima adolescenza, dove i ricordi si materializzano fin nei minimi
particolari descrivendo con disarmante veridicità il mondo in cui l’autrice ha
iniziato il suo percorso di vita.
Per iniziare questo viaggio Graziella adotta un espediente originale che la porta in un luogo dove le appare una
bimba che le dice:
“da dove vieni? Sei forse una fata?”
“vengo da un’altra vita e sono giunta fin qui attraverso quello
specchio”
“ ma come” -risponde la bimba – quello
è lo specchio del nonno, il poeta, ma ora è morto”…
Si viene a sapere dunque che il
nonno era un poeta e così capiamo da
chi, la nostra autrice, ha ereditato l’arte di comporre bellissimi versi.
L’infanzia di Rossella si è
svolta in uno dei tantissimi ambienti poveri del dopoguerra con gli aspetti che
si possono immaginare. Ha lasciato in lei ricordi di sofferenza ma anche di
tanto amore.
Le immagini che ci propone sono
nitide e, per chi ha conosciuto quel periodo della nostra storia, ravvivano
ricordi e atmosfere che gran parte della gente ha vissuto in tanti luoghi della nostra
Italia.
“Improvvisamente si udì bussare alla porta…- Babbo che cosa ci hanno
portato?- disse la bambina curiosa… - Il comune ci ha mandato questa roba per
Natale, la danno a tutte le famiglie povere! –“
L’animo poetico della scrittrice
traspare inoltre in certe descrizioni di paesaggi e stati d’animo dei
personaggi descritti “gli occhi della donna si illuminarono come
lucerne alla vista di quel ben di Dio”…
Una lettura, dunque, scorrevole e
interessante, che, attraverso i fatti di
vita vissuti, ci fa capire come il periodo dell’infanzia sia fondamentale per
la crescita e la formazione del carattere di ogni persona.
Anche Graziella l’ha sperimentato
e ha voluto confermarlo tornando indietro nel tempo. Questo camminare in punta
di piedi, ma con determinazione sincera,
nei ricordi, sembra averla appagata e rasserenata. Noi ne condividiamo volentieri la conoscenza.
Giovanna Giordani
Cara Giovanna, mi hai fatto un meraviglioso regalo. Natale si sta avvicinando e questi ricordi ora, mi fanno sentire in pace.
RispondiEliminaGrazie, grazie di cuore, per questa stupenda, accurata recensione che, mi fa credere ancor più nell'amore della vera amicizia.
Tantissimi Auguri di Buon Natale a te e famiglia.
Un grande abbraccio
Graziella
Grazie a te Graziella, è stata davvero una piacevole ed interessante lettura. E grazie anche per le tue gentili visite a questo mio blogghetto! Ricambio di cuore a te e famigliari i più cordiali auguri di serene festività.
RispondiEliminaAbbraccissimo
Gio
Giovanna, sono stati giorni molto densi questi delle Festività, soltanto oggi sono potuta tornare da te. E che cosa trovo? Trovo un sacco di cose belle, incomincio da questa, che mi procura tanta gioia avendo letto anch'io il libro di Graziella.
RispondiEliminaMolto bella la tua recensione, ti sei fermata con grande cura proprio sugli aspetti più importanti di questo libro che coinvolge e appassiona. Concordo con te, anche dalla scrittura in prosa emerge l'amore di Graziella per la poesia, diversi passi del suo racconto sono poetici, come giustamente hai evidenziato.
Che dire ancora? Brava tu e brava lei, ad entrambe il mio Buon Anno.
Piera
Ricambio infiniti auguri, Piera! Grazie!
EliminaGio