La Lina
aveva passato da
tempo i vent’anni
una vita di stenti e lavoro nei campi
di obbedienze al
destino
da sola senza lamenti
le rosse guancette e gli occhietti
neri e vibranti di piccoli lampi
La Lina
un giorno si sentì un poco male
e la portarono all’ospedale
Era la sua prima volta là dentro
si guardava d’attorno con l’aria smarrita
e alla vista di tutto quel bianco
capì che cambiava qualcosa nella sua vita
Veniva curata
circondata da tante gentili premure
a cui nessuno l’aveva mai abituata
E poi ogni giorno
c’era
un momento speciale
il più bello il più atteso
era quello dell’ora del pasto
servito nella stanza al tavolino
servito nella stanza al tavolino
-
come una regina - diceva
-
non sono mai stata così bene, lasciatemi qui
ancora un pochino -
E da quel giorno
a casa
la Lina
non fece più ritorno.
- Giovanna Giordani -
Bellissima nella sua tristezza.
RispondiEliminaAuguri donna!
Graziella
Grazie Graziella! Ricambio auguri donna carinissima!! Ciao
RispondiEliminaGio