sabato 30 maggio 2015

RECENSIONE A "IL RESPIRO DELLA LUNA" di Cristina Bove



Mi piace leggere le poesie nel silenzio del mattino quando i sogni non sono ancora evaporati nella luce del giorno.
La seconda silloge di Cristina Bove è un invito irresistibile, lì sul comodino.
L’ho letta così, centellinata fra le mie giornate.
Sicura di trovare un piccolo tesoro di parole mi soffermo su ogni poesia e sempre provo stupore e commozione assieme.
Stupore nell’udire un’anima vibrare con sincerità nella parola e la sua intrinseca tensione ad abbracciare l’universalità del sentire. Stupore nel constatare come la mente possa creare simili ornamenti di pensieri.
Commozione… questo sarà un fatto mio personale, non so!
Leggo “RAGAZZE” ……“le ragazze che vivono dentro / celate da pieghe e sospiri / hanno frecce d’amore rovente / stupori di donne bambine….” E’ una grande  verità. Il tempo logora il fisico, ma nell’anima c’è sempre voglia di primavera. Lo vedo ogni giorno nelle persone che incontro.
Primavera nel senso di rinascita, di voglia e gioia di vivere, di sentirsi parte integrante del mondo intero a dispetto di rughe e malanni.
 Poi il respiro si racchiude nell’intimità di “HO UN PIANTO”……”non puoi sapere, tu / se sulla pelle / mi ricamo il tuo nome e il tuo respiro…”
Oppure di un “ADDIO”  …”addio fatto di niente / impronunciato / un mormorio di pianto / è quanto resta”.
“Il respiro della luna” è un titolo azzeccato, direi.
La luna respira con la luce del sole. Come per noi, il sole la fa “vivere”, ce la mostra e noi la guardiamo incantati. La luna è la grande musa di tanti poeti. E quindi anche Cristina ne subisce il fascino.
La luna, quindi, si fa vita, respiro. Contempla  il nostro nascere, vivere e morire.
Ascolta i nostri pensieri, le nostre ansie, i nostri perché.
E questo respiro si può tradurre in poesia, poesia lirica, poesia universale come quella che sgorga dal cuore e dall’anima di Cristina.
Come al solito la silloge è eterogenea, ognuno troverà di sicuro i versi con i quali si sentirà più in affinità e che doneranno un attimo di eterea comunicazione facendo riemergere magari sopite sensazioni o riflessioni.
Chiudo citando “L’ANGELO DI MEZZANOTTE”  dalla quale traspare l’immenso amore per tutta l’umanità di questa geniale poetessa …”raccoglierei il dolore degli umani / il loro pianto in una coppa d’ombra / il loro grido dentro l’arca nera / e trapassando nuvole e bagliori / ai piedi tuoi li deporrei / e ti rassegnerei le dimissioni / d’angelo disilluso del divino /e poi / senz’ali / riscenderei per piangere con loro”.
Ma se Dio c’è, è anche qui.

- Giovanna Giordani -




http://www.ilfoglioletterario.it/catalogo_poesia_il_respiro_della_luna.htm

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