mercoledì 25 marzo 2015

BEOWULF


Fu dischiuso lo scrigno di parole
dall'eroe che giunse  con le vele
in aiuto,  con le sue forze sole
del gran re alle panche dell'idromele

In quel bel regno spento s'era il sole
quando Grendel, un troll,  assai crudele
giunse un giorno a distruggere chi suole
di pace e gioia tesser  le sue tele

- Io sono Beowulf -  disse il gran guerriero  -
colui che sfida senza alcun timore
i malvagi che incontra sul sentiero -

Caddero dunque i mostri al suo furore
e re divenne molto amato e fiero
ricco di gloria con eterno onore.

- Giovanna Giordani - 


venerdì 20 marzo 2015

IL SOFFIO DELLA LUCCIOLA (Franca Canapini)

Dal suo affascinante poemetto "Viaggio nella Poesia", un piccolo gioiellino :

Sfregata
sul muro della vita
stritolata
dalle mani di un bambino
sotto la cappa di vetro
sono morta

Sono morta tante volte
e sempre le stelle
stavano a guardare

C'è sangue dappertutto

A maggio a maggio, forse
riprenderò a volare

- Franca Canapini - 


sabato 14 marzo 2015

LE VOCI DEL BOSCO A PRIMAVERA





Le voci del bosco a primavera
sono dolci sbadigli
dai letti delle foglie
addormentate
sono risa argentine dei rivoli
figliati dalla neve

Le voci del bosco a primavera
sono trilli di gioia celestiale
saltellanti fra i rami folti o radi
che giungon nelle tane più profonde
togliendo dal torpore ogni animale.

Le voci del bosco a primavera
s'involano poi liete su nel cielo
a inventare col vento le canzoni
che accendano bellezza 
dentro i cuori.

- Giovanna Giordani - 

domenica 8 marzo 2015

FESTA DELLA DONNA 2015



Risultati immagini per ROSE BIANCHE


Non mimose
ma rose bianche
per voi
oggi e sempre
suore assassinate
in terra di missione
e per voi
bambine-donne
violentate
abusate
vendute
infibulate
impiccate
lapidate


Non mimose
ma rose bianche
per voi
oggi e sempre
donne del mondo
assetate di libertà
e verità
e per questo
da taluni  “uomini”
ammazzate


Non mimose
ma rose bianche
per voi
oggi e sempre
irriducibili amanti
fatali
della vita
che regalate fiduciose
alle  vostre creature
nonostante il male
e le paure
...


- Giovanna Giordani - 

sabato 7 marzo 2015

DONNA (Graziella Cappelli)



Donna…
sui sentieri
del tempo
a  cercare giustizia.
Hai
tatuato
peccato originale
ali spezzate
infilate
da spilli.
Donna
fianchi di luna
capezzoli
che allattano
i figli del mondo.
Sei
fertile intelletto
tam tam
di solitudini
gemito nella notte.
Donna
labbra tumide
d’amore
taci e fai pane
e porti orecchini
di pazienza
ma sempre Tu…
vittima
di coltelli affilati…


- Graziella Cappelli - 

FEMMINE (Piera Maria Chessa)





Guardi gli occhi castani della cagna,
teneri e vibranti
e trovi i tuoi nascosti nei suoi,
l'amarezza, il sapore sgradevole
della delusione, del distacco.

Scopri nel suo sguardo intenso, quasi umano
la capcità di donare senza chiedere,
la discrezione nell'appartarsi
per un bisogno di solitudine.

Cagna e donna, fragili e forti,
dotate di una tenacia femminile inesauribile
di una sensibilità sconosciuta ai tanti
incapaci di vedere oltre quel che è palese.

- Piera Maria Chessa -

venerdì 6 marzo 2015

LA SIGNORA D'ACCIAIO (Vivian Lamarque)





Era come un roseo fiorellino, ma d’acciaio.
Come d’acciaio?
D’acciaio temperato. Quello che, ardente, viene gettato nell’acqua perché acquisti durezza.
Aveva davvero acquistato durezza quel fiorellino quando l’avevano gettato?

Sì.

- Vivian Lamarque - 

IL VENTO LA DONNA (Franca Canapini)





Il vento soffiò forte
piegando l’erba che si riempì di luce.
in onde e onde la sferzava
obbligandola a volare.
Le fronde degli ulivi
divennero d’argento;
tremavano i frutti secchi
del grande platano tramato.
Cos’è l’amore? – La donna
mormorò in un sospiro.
E il vento – Non chiederlo
abbandonati all’aria in movimento
vola al di sopra dei pensieri
fatti rapire in altri mondi
lasciati andare dentro l’Invisibile;
l’amore sopraggiunge all’improvviso
ti scuote, ti divelle;
non lo puoi imprigionare:
è la Libertà del Cielo Stellato.

- Franca Canapini - 

DENTRO - Cristina Bove -







Dentro di me
racchiusa
beffeggiante
logica indiscutibile presenza
spenta donnetta affaccendata
che rivolta i suoi giorni
pagine logorate
il tossicchiare di un chioccio libro

                      Vorrebbe lei
                      decidere il mio dire
                      signora della scopa e dei fornelli
                      deridere i miei sogni
                      e i miei pensieri
                      nella sua stanca sera ramazzare
                      anche la mia giornata

Se ne vada a dormire!
Mi lasci sola in questa dimensione
di folli umori e sospirate stelle
di sogni raccattati nella notte
di versi sparsi e di memorie stinte
nel palpito del cuore che s’inventa

dalle remote origini il suo canto…

- Cristina Bove - 

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