lunedì 22 ottobre 2018

AUTUNNO ( Rosalia Calleri)

Ritrovo nella mente questa poesia del tempo dell'infanzia, "cantata" dalla dolcissima voce di mia madre. La riascolto volentieri




Cadono già le foglie. Sono stanche,
hanno visto tant’acqua e tanto sole!
Sbocciate con le tenere viole
cadono prima delle nevi bianche.

La loro vita dura una stagione,
cadono a sciami, a sciami frusciando;
i bimbi le sparpagliano passando
o le colgono  a farsene corone.

Il vento le trasporta in mulinello
e soffia e fischia con malinconia;
esse fan tutti gli anni questa via:
parton col brutto, tornano col bello

Tornano? Sulla terra, come il fiore
ogni cosa compare e poi sparisce;
e la foglia che a marzo rinverdisce
non è più quella che oggi casca e muore.

Là, nella macchia, il vecchio boscaiolo
con un rastrello, lieto le raduna
saranno il letto per la mucca bruna
saranno fiamma sotto il suo paiolo

- Rosalia Calleri - 

giovedì 11 ottobre 2018

ZEINAB


Zeinab
il due ottobre io compivo gli anni
e tu venivi  uccisa
dopo  atroci violenze e abusi
vittima indifesa
in cella con catene pesanti

Zeinab
Si ricordino  anche di te
l’otto marzo  - festa della donna -
sposa bambina
privata del bene più grande
chiamato  Libertà

-  Giovanna Giordani    -



Giustiziata Zeinab, la sposa bambina curda che si era ribellata al marito

La ragazza è stata impiccata in Iran era stata arrestata nel 2011 quando aveva 17 anni. Picchiata dalla polizia e costretta a confessare. Il cognato l'aveva più volte violentata



Zeinab Sekaanvand, cittadina curda iraniana impiccata a Urmia

Zeinab Sekaanvand, cittadina curda iraniana impiccata a Urmia

globalist2 ottobre 2018
"La sua esecuzione è profondamente ingiusta e dimostra il disprezzo delle autorità iraniane per il diritto alla vita dei minori", ha dichiarato Philip Luther, direttore di Amnesty per il Medio Oriente e Nordafrica.
Zeinab era stata arrestata nel 2011, quando aveva diciassette anni, accusata dell’omicidio del marito che era stata costretta a sposare all’età di 15 anni.
Zeinab aveva confessato l'omicidio dopo essere stata trattenuta per 20 giorni in una stazione di polizia, dove - secondo quanto aveva denunciato - era stata picchiata dagli agenti. Anche il processo è stato gravemente irregolare: Zeinab ha incontrato il suo avvocato, quello assegnatole di ufficio, solo nell’ultima udienza del processo.
In quell’occasione aveva ritrattato la "confessione" resa quando era priva di assistenza legale, denunciando che l’assassino era stato il fratello del marito, che in passato l'aveva ripetutamente violentata.
L'uomo le avrebbe inoltre detto che se avesse accettato la responsabilità dell'omicidio l'avrebbe perdonata, il che è permesso dalla legge islamica. Dichiarazioni ignorate dai giudici, che il 22 ottobre del 2014 l’avevano condannata a morte.

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