Ognuno è un mondo; e come in ogni fonte
una divinità veglia, in ogni uomo
perché non dev'esserci
un dio solo per lui?
Nell'occulta successione di cose
solo il saggio sente, che non fu altro
che la vita che lasciò.
- Fernando Pessoa -
≪Credevano, gli uomini, che la cosa più sacra e più importante non fosse quella mattinata di primavera, non fosse quella bellezza del mondo, concessa per il bene di tutte le creature, giacché era una bellezza che disponeva alla pace, all’accordo, all’amore: ma fosse, la cosa più sacra e più importante, ciò che essi stessi avevano escogitato per poter dominare gli uni sugli altri.≫(Leone Tolstoj)
Ognuno è un mondo; e come in ogni fonte
una divinità veglia, in ogni uomo
perché non dev'esserci
un dio solo per lui?
Nell'occulta successione di cose
solo il saggio sente, che non fu altro
che la vita che lasciò.
- Fernando Pessoa -
Dopo tanti bombardamenti a tappeto
rimase intatto soltanto un muro della grande chiesa
con l’alta finestra; intatta anche
la bella vetrata della finestra
con colori viola, arancioni, azzurri, rossi
e raffigurazioni di fiori, uccelli e santi.
Perciò confido ancora nella poesia.
Atene, 2.II.88
- Ghianni Ritsos -
Dedicata alle vittime della cattiveria umana (guerre, ingiustizie e tanto altro)
Bussa la gioia
bussa
bussa
ma la porta
è sbarrata
oggi
è vietato l'accesso
alla gioia
che si allontana
delusa e
addolorata
- Giovanna Giordani -
“…Due nemici ho io a questo mondo,
due gemelli - indissolubilmente fusi:
la fame degli affamati - e la sazietà dei sazi.”
(Marina Ivanovna Cvetaeva)
La mattina, generalmente, affronto la
giornata con ottimismo. Così questa mattina, mentre esco sul poggiolo per
respirare una boccata d’aria fresca,
scorgo qualcosa di “grigioscuro”
sulle piastrelle pulite. Guardo in alto dove, sotto il tetto, c’è un
nuovo nido. Un temuto presentimento mi assale, ma “devo vedere” e punto lo
sguardo trovando purtroppo conferma ai miei sospetti: è un piccolo uccellino i
cui primi tentativi di volo non sono andati a buon fine, complice probabilmente
il temporale dei giorni scorsi. Ahimè! È inevitabile quindi che mi scenda
dentro un velo di tristezza. Ma mi devo convincere che così è la vita…
Mentre
poi sto innaffiando le mie tenere piantine mi sento chiamare dalla strada ciao
signora ed ecco sopraggiungere l’africano che viene a offrirci la
merce che porta in giro in pesanti borsoni. Questa volta noto che, oltre al
borsone malandato, ha in mano una bella borsa di paglia dai colori sgargianti
che mettono allegria. Appena gli apro la porta mi allunga il braccio porgendomi
la borsa dicendo: è regalo per te, perché mi hai aiutato. E’ borsa per
andare in spiaggia.
Si
chiama Derik. A casa nostra è venuto poche volte una delle quali l’avevamo
invitato a pranzare con noi. Ci ha raccontato così delle difficoltà della vita
nel suo paese e del suo desiderio di trovare lavoro per dare una vita dignitosa
alla sua famiglia. Naturalmente, dopo
avergli comprato qualche articolo della sua umile mercanzia, gli abbiamo
augurato ogni bene.
Ma
perché il mondo è così ingiusto? La domanda sorge spontanea. Perché a chi
troppo e a chi troppo poco?
Così
la giornata iniziata con una sorpresa “grigioscura” mi ha regalato quest’altra
coloratissima. La borsa di paglia dai colori sgargianti la uso poco per paura
di rovinarla. La custodisco con cura. Quando la guardo penso a quanto sia
grande e bello il sentimento della riconoscenza. Derik non è più venuto. Spero
che abbia trovato un lavoro e possa così aiutare la sua famiglia. Se lo merita
proprio.
Giovanna
Giordani
La piccola Alisa di anni dieci, la mamma Polina, il padre Semyon, il nonno Olexander sono i protagonisti di questo racconto coinvolgente, imbevuto di tragicità e di una fiducia cocciuta nella vita nonostante il male che questa famiglia incontra sul suo cammino.
…”Olexander alzò gli occhi al cielo. – La guerra, la guerra! C’è già stata la guerra qua, prima con i comunisti, poi con i nazisti. Chi vuole di nuovo la guerra? –
I russi, avrebbe potuto ribattere Polina. Ma solo pensarlo sembrava assurdo. Tutti i russi avevano parenti in Ucraina. Tutti gli ucraini avevano parenti in Russia. A chi poteva venire in mente di spingerli gli uni contro gli altri? Per spararsi, poi, e ammazzarsi a vicenda? Certo, c’era quel caos orribile del Donbass, che durava da anni e non era del tutto chiaro come fosse scoppiato e cosa potesse provocare. Ma non se ne parlava molto, alle autorità non piaceva si approfondisse la questione.
La donna non rispose e l’uomo sbuffò, soddisfatto. Si era quietata. – Pensaci, e vedrai che ti convincerai. Non ci sarà nessuna guerra…-“
Ma la guerra, come tutti sappiamo, è entrata all’improvviso e prepotentemente nella loro vita sconvolgendola con il suo carico di morte, dolore e distruzione. Solo la speranza continua a dibattersi nel cuore dilaniato dei protagonisti per non soccombere e accompagnerà i sopravvissuti fino all’entrata nell’agognata Europa.
Alisa, proprio nei primi giorni dei bombardamenti, perderà l’amatissimo padre ucciso da una mitragliata alla sua autovettura mentre cercava di fuggire per portare in salvo la sua famiglia e il nonno Olexander padre della moglie Polina.
La fuga da Kiev, dove fino al giorno prima questa giovane famiglia viveva serena con tanti progetti per il futuro, si svolgerà poi con mezzi di fortuna o a piedi, e si può immaginare con quale stato d’animo. Nell’attraversamento di un fiume viene bombardata la passerella che sostiene i fuggiaschi e mamma Polina sparisce dalla vista della sua piccola Alisa che il nonno Olexander è riuscito, per fortuna, a portare in salvo. La ricerca della donna attraverso il telefono cellulare e nei punti di sosta per i profughi non dà esito positivo. Si spera di trovarla a Leopoli, città che accoglie i tanti che vi accorrono per mettersi in salvo. Da Leopoli ci si può rifugiare in Polonia al riparo dalla guerra.
La narrazione è fluida, avvincente e, naturalmente, carica di eventi che il lettore ha più o meno già potuto conoscere attraverso i vari reportage televisivi. Riviviamo nel racconto il primo periodo di questa assurda, crudele e stupida guerra della quale desideriamo tutti la fine veloce.
L’epilogo della vicenda della piccola e coraggiosa Alisa è in Polonia dove per i sopravvissuti della sua famiglia inizierà una nuova vita e si può immaginare con quali ricordi…
Questo racconto è emblematico delle tante tragicità che vivono i bambini e le loro famiglie nei contesti di guerra nella nostra epoca “evoluta” che rischia di perdere gran parte della propria preziosa umanità.
Un libro da leggere, sicuramente, magari anche nelle scuole, per far comprendere il valore e l’importanza della pace che, purtroppo, ancora oggi, in tante parti del mondo è difficile da conquistare.
Giovanna Giordani
Nella casa
della mia infanzia il sole faceva capolino solo in rari momenti della
giornata. |
Nella fabbrica della pace
le pareti sono di vetro infrangibile
nella fabbrica della pace
si produce bellezza
e si guadagna tenerezza
Nella fabbrica della pace
tutti gli operai sono ricchi
di felicità
- Giovanna Giordani -
Bisogna decidersi
muoversi
fare
stare fermi a pensare
a volte fa bene
a volte fa male
Muoviamoci
qualcosa da fare
c’è sempre
Meglio
se piace a Dio
- Giovanna Giordani -
Ancora un grazie alla poetessa Graziella Cappelli per le perle di poesia che ci ha lasciato
Stiamo
rintanati
nel salotto buono
con l'Ego
disteso sul divano
a fare
liste untuose
dei nostri pregi.
Dai fortini
ci piace scoccare
frecce avvelenate
di giudizi.
Tutto è arido
in confronto
il Sahara
è giardino dell'Eden.
- Graziella Cappelli -
Dalla sua silloge "Nel palazzo dell'ombra"
Cari libri
che non ho ancora letto
e che mi guardate
un po’ imbronciati
sapeste quanta compagnia mi fate
dallo scaffale
con le vostre belle pile ordinate
Non temete
verrà l’ora, verrà l’ora
che mi racconterete
le vostre storie
vere o inventate
si, verrà l’ora
abbiate un po’ di pazienza
ancora
- Giovanna Giordani -
com’è nobile e dignitoso
Osserva come dal suo tronco orgoglioso
si protendono in mille guise i rami
levati al cielo come braccia e mani
per la meraviglia nostra
e la gioia dei pittori
Guarda l’albero
con quale fierezza lascia passare
l’impeto del vento
riconoscente se non gli fa del male
Guarda l’albero
e la gioia silenziosa
che sprigiona
accogliente
con i nidi d’ogni razza
dal picchio alla gazza
Guarda l’albero
com’è felice
anche se non lo dice
e com’è grato
d’essere nato.
- Giovanna Giordani -
Le mie poesie non fermeranno la guerra
piccole ingenue poesiole
che non sopportano le guerre
e che lo vogliono urlare a tutto il mondo
Le mie poesie non fermeranno la guerra
e vorrei leggerne tante poesie contro la guerra
perché anche se non serviranno a niente
essere contro la guerra è sempre intelligente
- Giovanna Giordani -
Fin dalle prime pagine
si può comprendere perché gli argomenti di cui parla la Politkovskaja non siano stati accolti con favore da qualche
potente che, senza remore, ha deciso di farla tacere per sempre.
Questa è un’opera che non si può leggere tutta d’un fiato in quanto
le citazioni di fatti documentati con le relative date richiedono attenzione e
riflessione particolari. È un testo imbevuto di coraggio e desiderio di urlare
al mondo verità scomode sostituite da deplorevoli menzogne da parte di chi
detiene il potere e lo usa, senza scrupoli di ogni genere, per il proprio
tornaconto.
<Siamo
solo un mezzo, per lui. Un mezzo per raggiungere il potere personale. Per
questo dispone di noi come vuole. Può giocare con noi, se ne ha voglia. Può
distruggerci, se lo desidera. Noi non siamo niente. Lui, finito dov’è per puro
caso, è il dio e il re che dobbiamo temere e venerare. La Russia ha già avuto
governanti di questa risma. Ed è finita in tragedia. In un bagno di sangue. In
guerre civili. Io non voglio che accada di nuovo. Per questo ce l’ho con un
tipico čekista sovietico che ascende al trono di Russia incedendo tronfio sul
tappeto rosso del Cremlino>.
Pagina dopo pagina si
percepisce la sofferenza della
scrittrice russa nel vedere la sua gente costretta a subire le più vergognose
menzogne senza possibilità di replica. Perché a subire ingiustizie e menzogne è
sempre il cittadino semplice, che rispetta la legge, paga i tributi allo Stato
i cui rappresentanti, in questo caso, con i loro fedelissimi, hanno raggiunto,
chissà come, un livello di ricchezza da
far rivoltare nella tomba i famosi utopici filosofi Marx ed Engels.
Il libro della Politkovskaja
può essere, a mio parere, anche considerato una specie di preavviso ai successivi
eventi dal 2006 fino ai giorni nostri. Giorni che sono stati sconvolti
dall’inizio di una guerra di aggressione, voluta dalla Russia di Putin assieme
al suo staff, contro uno Stato, l’Ucraina, che faticosamente aveva raggiunto
la democrazia e l’indipendenza.
Una guerra che ha
colpito il popolo civile indiscriminatamente con distruzione, morte e atroci
sofferenze. Una guerra che certo non ci si aspettava di vedere in un’Europa
moderna e civilizzata. E che certo non lascerà un buon ricordo in coloro che
l’hanno subita, e dalla quale hanno cercato giustamente di difendersi con ogni
mezzo, e in quelli che l’hanno dovuta iniziare in obbedienza ad ordini
superiori. Una guerra, ancora una volta, come tutte le guerre, vergogna
dell’umanità.
Il coraggio eccezionale
di Anna Politkovskaja ci ha lasciato dunque una testimonianza molto importante
riguardo alla vita di quella parte della popolazione russa che non gode di
ricchezza e privilegi. Attraverso le sue interviste comprendiamo le verità sui
comportamenti del potere che, con tutti i mezzi, cerca di salvaguardare se
stesso. Si può solo consigliarne la lettura così ognuno potrà trarre le proprie
conclusioni. Io l’ho apprezzato molto proprio perché, rendersi conto che c’è
ancora qualcuno al mondo che, senza paura, cerca di contrastare le
menzogne e l’arroganza, fa ritrovare la fiducia nell’umanità degna di
questo nome.
E sono orgogliosa che
questo coraggio l’abbia avuto una donna. Perché la forza della parola non
toglie la vita a nessuno, mentre si sa cosa succede con la forza delle armi…
Ascoltiamola, dunque,
questa giornalista amante della giustizia e della legalità. Magari ci potrà
chiarire le idee su come mai qualcuno in Russia, nel 2022 (!) abbia voluto iniziare
una guerra assurda ed ignobile che distrugge e sbrana senza pietà.
-
Giovanna Giordani -
<Giurare è un verbo
insopportabile. Giurare a chi? E a che cosa? Per quali motivi? Giurare a un
uomo, a un dittatore, a un Führer? Quanti giuramenti
si sono consumati nel caotico incedere degli eserciti! Giurare in nome di Dio.
Giurare per abbandonare se stessi, sacrificarsi per alimentare il fuoco della
persecuzione verso altri uomini. Giurare per costrizione. Giurare per odiare,
per conquistare, per sottomettere, per incendiare e impolverare la storia.
Giurare per rinnegare la propria coscienza con i valori e i principi depositati
con coraggio e pazienza. Giurare e piegarsi a un culto demoniaco. Il culto dei
capi, innalzati a idoli di una religione sterminatrice. Giurare come insegnano
i nazisti: “Giuro a te, Adolf Hitler, Führer e cancelliere del
reich, fedeltà e coraggio. Prometto solennemente a te e ai superiori designati
da te l’obbedienza fino alla morte e che Dio mi assista”. “Che Dio mi
assista?”. Può un cristiano pronunciare simili parole? >
Questo è l’incipit del libro di Francesco Comina che racconta la vita di uno dei pochi eroi che si
rifiutarono di giurare obbedienza a Hitler.
Cristiano di formazione, abbraccia senza remore gli insegnamenti
del Vangelo perché li sente in sintonia con la sua coscienza.
Già, la coscienza. È il filo conduttore di questo
bellissimo libro che risulta quanto mai attuale per l’inaspettata esplosione
della guerra scatenata nel cuore dell’Europa in questo 2022 che ci riporta ai
periodi più bui del secolo scorso.
Le guerre le fanno i soldati semplici, reclutati generalmente
fra la povera gente, con alla guida i generali. Quelli che le guerre le
vogliono se ne stanno comodamente seduti nei loro lussuosi palazzi di comando.
Non salgono sui carri armati. Sui carri armati fanno salire gli altri, a
rischiare la vita, a uccidere altre vite. Per chi, per che cosa? Per obbedienza
ai comandi del capo, pena la morte.
Ebbene, il valore di questo “eroe solitario” sta proprio nell’aver
ascoltato la propria coscienza che gli faceva capire lo sbaglio e l’orrore
degli ordini che gli venivano impartiti. Il suo Dio, nei suoi comandamenti, gli
aveva detto che non era giusto uccidere i propri simili, e Josef Mayr-Nusser
capisce che questo è un buon comandamento, che lo fa stare bene con se stesso e
gli permette di non obbedire al “comandamento” del Führer.
L’uomo che disse di no a Hitler, naturalmente, sarà condannato a morte e morirà sul carro
bestiame diretto a Dachau. Verrà trovato dalle guardie mentre stringeva tra le
mani il Vangelo e un Rosario.
Un libro, questo, che non si trova purtroppo più in
commercio. Ne ho trovato miracolosamente una copia nella Piccola libreria di
Levico Terme (TN) dove ne conservano ancora qualche copia per chi fosse
interessato.
È un libro che andrebbe divulgato
particolarmente nelle scuole e magari commentato assieme agli studenti.
In esso viene inoltre ricordato un altro coraggioso che si
oppose agli ordini antiumani di Hitler e cioè Franz Jägerstätter. La Chiesa cattolica li ha, a
pieno titolo, eletti ambedue fra i beati.
Si, beati puri di cuore e grandi eroi operatori di pace.
Giovanna Giordani
Questa nuova raccolta poetica di Giovanna Giordani nasce dopo diversi anni di apparente silenzio. Apparente perché l’autrice non ha mai smesso di dedicarsi alla poesia, anzi, ha scritto parecchio, e solo ultimamente ha deciso che era arrivato il momento di dare visibilità a questo suo nuovo lavoro.
La silloge comprende un certo
numero di testi in versi liberi, e, nelle ultime pagine, alcuni haiku, brevi
componimenti ai quali da tempo lei si dedica con altrettanta passione e
bravura.
Sono diversi i temi trattati
da Giovanna, ma quello che, secondo me, lei ritiene il principale, e che poi
comprende in sé tutti gli altri, è il viaggio, il percorso che ognuno di noi
compie nella sua esistenza, un po’ alla volta, giorno dopo giorno. Un cammino
che può essere bello, ma indubbiamente anche faticoso.
Non è un caso che lei abbia
voluto dare alla sua raccolta questo titolo: Lungo il fiume della vita. Il
nostro continuo camminare e attraversare questo fiume, dunque, durante il quale
possiamo incontrare terreni pianeggianti o ripide salite, ostacoli, dolori e
delusioni, ma anche momenti e periodi belli ed emozionanti, come l’incontro di
Giovanna con la poesia, la sua grande passione, e non certamente l’unica,
essendo una donna dagli interessi molteplici. Lo scrivere anche in prosa, per
esempio, leggere, ma anche dipingere e fare dei gradevolissimi lavori con
materiali riciclabili, senza dimenticare l’amore per la musica classica.
Ma ritorniamo alla sua bella
raccolta, il cui primo testo s’intitola appunto Cammino, che per Giovanna, come
per tutti noi, credo significhi anche compiere un percorso mentale, cercando di
andare sempre avanti. Dunque, migliorare come individui, sembra dirci la
poetessa, persone che fanno parte di un’unica razza, quella umana, niente deve
dividerci e allontanarci, per questo abbiamo il dovere di dare il nostro
contributo affinché l’intera società possa migliorare e progredire.
In sintesi, dobbiamo
rispettare ogni persona che incontriamo nel nostro percorso di vita. Ma non
soltanto. Vivendo con la natura e a contatto con gli animali, dobbiamo avere
per l’una e per gli altri lo stesso rispetto.
La natura ci nutre, ci
disseta, ci dona tanta bellezza. Possiamo devastarla, ucciderla? Lei è la
nostra grande casa, quella in cui, tutti insieme, abitiamo, e non
rispettandola, facciamo danni irreversibili anche a noi stessi.
Ma non troviamo solo questo
nelle poesie di Giovanna. Oltre ad un grande amore per il mondo naturale, è
presente l’affetto e l’apprezzamento verso Papa Francesco, al quale riconosce
coerenza e profonda sensibilità, vedendo in lui quella guida spirituale di cui
oggi si ha ancora più bisogno. Un altro tema importante è la guerra, contro la
quale scrive parole molto amare, ma anche la speranza, che scaturisce dal
desiderio di una pace duratura per tutti i popoli, il Natale, con le sue
suggestioni, i ricordi, sempre tenaci in ciascuno di noi, e ancora, l’affetto
per la nostra Italia e per l’Europa, di cui ugualmente sente di fare parte.
E’ grande il cuore di
Giovanna, ed è generoso e aperto agli altri, molte sue poesie lo evidenziano.
Voglio concludere dicendo che
in questa interessante raccolta, benché conosca bene le difficoltà della vita,
non manca mai, da parte sua, uno sguardo positivo ed equilibrato, capace di
credere ancora nella forza della speranza, e nel desiderio di rinascita degli
uomini.
-
Piera Maria Chessa –
https://www.hoepli.it/libro/lungo-il-fiume-della-vita/9791220380416.html
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Voglio un mondo senza guerre
senza fame ed assassini
voglio un mondo dove
non muoiano i bambini
Voglio un mondo
senza invidie e prepotenze
Voglio un mondo ricco
di amorevoli intelligenze
Voglio un mondo senza crudeltà
dove non regni l'avidità
Voglio un mondo senza la follia
meglio se privo di ogni malattia
...
Voglio forse la luna?
Sì
solamente se lì
la gente è più Umana di qui
- Giovanna Giordani -
Sconfitta la parola
e la ragione
rimane il grido silenzioso
e doloroso delle croci
assieme alla pietà
di coloro che ancora comprendono
il significato della parola
Umanità.
- Giovanna Giordani -
Il dolore fa parte dell'umanità, ma più crudele e assurdo è il dolore che gli esseri umani provocano su altri esseri umani. Penso ai dolori provocati dalle guerre e dalle stragi che insanguinano il nostro pianeta.
Nei tuoi artigli
impietosi
nessuno scampo
per le carni e le menti
e quando allenti
la presa
è un inciampo
lo scempio
che lasci
e che lento trascini
col tuo passo pesante
nel buio
mentre accorrono
al tuo grido straziante
spargendo miscele
di unguenti
gli dei
più clementi.
- Giovanna Giordani -
La poesia
appartiene all'anima
è fragile e potente
incosistente
non si vede
ma si sente
proprio come,
a volte
Dio
- Giovanna Giordani -
-
I gattici d'argento si piegano sull'acqua
essi sanno tutto, ma non parleranno.
Il giglio della fonte non grida la sua tristezza.
Tutto è più degno dell'Umanità!
La scienza del silenzio di fronte al cielo stellato
solo il fiore e l'insetto la posseggono,
la scienza del canto per il canto la posseggono
i rumorosi boschi e le acque del mare.
Il silenzio profondo della vita in terra,
ce lo insegna la rosa aperta nel rosaio.
Bisogna spargere il profumo che le nostre anime racchiudono!
Bisogna essere tutti canto, luce e bontà.
Bisogna aprirsi interamente di fronte alla notte nera,
per riempirci di rugiada immortale!
Bisogna distendere il corpo dentro l'anima inquieta!
Bisogna accecare gli occhi di luce più alta.
Dobbiamo affacciarci all'ombra del petto
e strappare le stelle che ci pose Satana.
Bisogna esser come l'albero che è sempre in preghiera
come l'acqua del canale fissa nell'eternità!
Bisogna straziarsi l'anima con artigli di tristezza
perché entrino i fuochi dell'orizzonte astrale.
Sgorgherebbe all'ombra del consunto amore
una fonte d'aurora tranquilla e materna.
Scomparirebbero città nel vento.
Vedremmo passare in una nube Dio.
(maggio 1919 - F. Garcia Lorca)
L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO
- Madre Teresa di Calcutta -
Certe madri
hanno
lacrime nascoste
nei
profondissimi pozzi
degli
occhi
Certe
madri
hanno
gioie imprigionate
nelle
dimore accoglienti
del
cuore
Certe
madri
hanno
preghiere ostinate
lungo i campi minati
della
speranza
- Giovanna Giordani -
Un antico dolore
increspa il fluire
del fiume
Tra i fili d'erba
cercano pace
i pensieri
nei sogni dei fiori
Obbediente il tiglio
ha riammesso le foglie
a scherzare col vento
Manca solo il profumo
dei fiori di sambuco
da quando è passata
l'ultima piena.
- Giovanna Giordani -
https://secure.avaaz.org/it/petition/VORREI_CHE_IL_DIRITTO_INTERNAZIONALE_SI_ATTIVASSE_AFFINCHE_CESSI_OGNI_GUERRA_NEL_MONDO/?pv=6 Qua...