≪Credevano, gli uomini, che la cosa più sacra e più importante non fosse quella mattinata di primavera, non fosse quella bellezza del mondo, concessa per il bene di tutte le creature, giacché era una bellezza che disponeva alla pace, all’accordo, all’amore: ma fosse, la cosa più sacra e più importante, ciò che essi stessi avevano escogitato per poter dominare gli uni sugli altri.≫(Leone Tolstoj)
e ghe taco su, envèze che i frònzoi de oro, i nomi de tuti i me amizi? Quei vizini e quei lontani, quei che vedo tuti i dì e quei che no vedo quasi mai, quei che ricordo sempre e quei che ogni tant me desméntego, quei che, senza volerlo, i m’ha pesta ipèi e quei che, senza volerlo, ho fat enrabiar, quei dei momenti difizili e quei de le ore spensierade i me amizi fioi de nissùn e i me amizi importanti… ‘nsoma, i nomi de tuti quei che è passa ‘n la me vita. El deve esser stàifo,’sto alber, Sioredio, co le radis fonde, perché tuti quei nomi i resta ben empiantadi en tei cor e ‘n tei destràni n’alber coi rami grandi, perché altri nomi, vegnudi da tut el mondo, i pòda meterse ensèma a quei che gh’è zà. N’àìber che faga ‘na bela ombra, endò fermarse, ogni tant, perché l’Amicizia la sia en moment de pòlsa, su sta strada del tèmp sempre pù erta. Cossa ‘n diset, Sioredio?
- Roberto Moggio -
Traduzione:
Tu, cosa ne dici Signore Dio
se questo Natale l'albero lo faccio dentro di me
e ci appendo, al posto dei fronzoli dorati,
i nomi di tutti i miei amici'
Quelli vicini e quelli lontani
quelli che vedo tutti i giorni e quelli che non vedo quasi mai
quelli che ricordo sempre e quelli che ogni tanto mi dimentico
quelli che, senza volerlo, mi hanno offeso
e quelli che, senza volerlo, ho fatto arrabbiare
quelli dei momenti difficili e quelli delle ore spensierate
i miei amici semplici e quelli un po' più in vista
insomma i nomi di tutti quelli che ho conosciuto nella mia vita
Per coloro che sono sensibili
al mondo della poesia, penso che il saggio di Maria Carmen Lama dal titolo Verso la poesia alla ricerca di sensopossa essere un interessante nonché gradevole
contributo. Di piacevole lettura, colto,
ma non pedante affronta i vari aspetti attinenti all’arte poetica. Che sia nato
da un grande amore per tale forma d’arte, credo sia fuori dubbio in quanto,
secondo il mio semplice parere di lettrice, lo si percepisce dall’inizio alla
fine poiché di questo amore ne è attraversato come da una delicata musica di
sottofondo.
Poetessa lei pure, l’autrice
traccia a grandi linee il percorso evolutivo dell’arte poetica partendo con la
citazione del trattato di Orazio Ars
poetica, caposaldo per i costruttori di versi, per poi ripartire dalla
poesia del diciottesimo secolo e dai suoi principali autori.
Il saggio si divide in due
parti, comprensive rispettivamente ditree due capitoli.
Nella prima parte vengono
riprese le prime parole del titolo Verso
la poesia e i relativitre capitoli
affrontano le varie tematiche ad essa correlate e cioè il fascino, il mistero,
l’affinità ed unità fra poesia e filosofia, nonché sul perché si scrive.
La parte seconda del saggio
affronta l’ultima parte del titolo e cioè Alla
ricerca del senso con la presentazione di grandi poeti dell’800-900 e di
poeti contemporanei indicati nei rispettivi due capitoli.
Riprendendo quindi dall’Ars poetica ci viene offerto dalla
scrittrice una valida sintesi del famoso trattato che continua a sfidare i
secoli per la sua utilità per chi desidera approfondire la conoscenza dell’arte
del comporre versi poetici.
Possiamo leggere poi l’evoluzione
avvenuta nel tempo riguardo al concetto di poesia e alle varie modalità di espressione della
stessa.
Oltrepassando un gran numero
di secoli dai tempi di Orazio, l’autrice
ci porta direttamente al diciottesimo nel quale si cerca di approfondire e
analizzare ulteriormente cosa significhi realmente “poesia”. E qui ci viene
indicato il pensiero di alcuni grandi del periodo, a cominciare da Giuseppe
Parini secondo il quale la poesia è innanzitutto: ≪l’arte
di imitare o di dipingere in versi le cose in modo che sien mossi gli affetti
di chi legge od ascolta, acciocché ne nasca diletto. Questo è il principal fine della poesia, e di qui ha avuto
cominciamento≫.
Successivamente non può
certo mancare il riferimento a Giacomo Leopardi che, con il suo famoso Discorso di un italiano sopra la poesia
romantica, prende posizione in
merito all’evolversi del pensiero riguardante la nascita della poesia,
asserendo nel suo trattato che ≪i romantici si sforzano di sviare il più
che possono la poesia dal commercio coi sensi, per li quali è nata e vivrà
finattantoché sarà poesia, e di farla praticare coll’intelletto, e trascinarla
dal visibile all’invisibile e dalle cose alle idee, e trasmutarla da materiale
e fantastica e corporale che era, in metafisica e ragionevole e spirituale…≫
Si sa che successivamente
Leopardi riconoscerà anche nella poesia romantica alcune caratteristichenon in contrasto con il classicismo in cui si era formato culturalmente.
E sarà pure egli stesso
l’antesignano della rottura degli schemi metrici che fino ad allora erano
peculiari dei componimenti poetici.
Maria Carmen Lama non
tralascia inoltre di indicare le varie correnti che hanno attraversato il mondo
della poesia dal diciottesimo secolo ad oggi, a partire dal simbolismo francese al
trascendentalismo americano analizzando la poetica dei vari rappresentanti sia
stranieri che italiani.
Quanto mai interessante è il
secondo capitolo Poesia e Filosofia –
Ricerca di Unità in cui l’autrice cerca appunto il filo che unisce l’arte
poetica alla scienza filosofica ritenute spesso due mondi inconciliabili fra
loro.
Nella sua ricerca si avvale
del pensiero della filosofa spagnola Maria Zambrano la quale, superando schemi
filosofici collaudati e statici nel tempo, cerca vie nuove di pensiero che
tengano conto di altre “esistenze” come la poesia che, pur non facendo parte di
una disciplina come lo è la filosofia, possono aiutare ad ampliare e
comprendere sempre più i vari aspetti che caratterizzano il mistero del vivere.
La prima forma di scissione
tra filosofia e poesia, nelle sue ricerche, Zambrano la trova nella Repubblica di Platone il quale è
decisamente a favore del pensiero raziocinante che considera la poesia come
qualcosa di vago e inconsistente e pertanto estraneo allafilosofia. La filosofa non è per niente
d’accordo con talepensiero in quanto
ella crede che poesia e filosofia siano essenziali l’una all’altra per aprire
nuove strade al mondo della conoscenza.
Nelle sue argomentazioni
Platone sostiene che la poesia è inconciliabile con l’etica nonché con la
mistica. Ma c’è una parola che sembra unificare e contenere in sé divino ed
umano ed è proprio la parola “amore”.
Carmen Lama ci fa conoscere
così il pensiero a cui è pervenuta Zambrano dopo le disquisizioni di Platone:
≪grazie
al platonismo l’amore ha potuto elevarsi a categoria intellettuale e sociale.
Si è potuto amare senza che questo costituisse qualcosa di scandaloso. Grazie
alla salvazione dell’amore, la poesia ha potuto sopravvivere all’interno della
cultura ascetica del cristianesimo≫.
Riguardo poi alla domanda Poesia è pensiero? Ecco cosa risponde la
nostra Carmen Lama:
≪Personalmente,
sostengo l’idea che le nostre riflessioni sulla poesia e sulla ricerca della
sua integrazione col pensiero dovrebbero tener conto, oltre che delle valide
ragioni discusse e afferenti al pensiero della Zambrano, anche delle idee
espresse, nel tempo, dai più grandi poeti: tra questi, in particolare, dallo
stesso Valery, e inoltre soprattutto, da quei poeti che hanno saputo pensare poeticamente
con risultati davvero eccezionali. Luzi e Montale, ad esempio, ma anche
il nostro grande Ungaretti, il cui ermetismo è una modalità espressiva solo
apparentemente difficile, ma le cui poesie vivono di una profondità di pensiero
(che fa vibrare mente, anima, corpo e cuore), prima e più ancora che delle
immagini poetiche in visibile affiorare dai versi, in modo inaspettato.≫
La seconda parte di questo
bel saggio è caratterizzata dal commento con cui l’ autrice arricchisce poesie
di grandi autori (Emily Dickinson, Mario Luzi, Eugenio Montale, Pablo Neruda,
Antonia Pozzi) nonché di autori emergenti che l’hanno particolarmente
affascinata (Elia Belculfinè, Cristina Bove, Silvano Conti, Renzo Montagnoli,
Giovanni Sciacovelli, Valentino Vitali, Aurelio Zucchi).
Ci regala infine qualche suo
testo poetico personale da cui possiamo capire come la poesia sia una sua
importante compagna di vita.
Ne trascrivo un breve
esempio dal titolo O le parole :
Non
sanno dire niente le parole.
Ci
sono invisibili momenti
in
punti indefinibili del cuore
del
tutto indecidibili, indicibili.
O le
parole non dette
sono
questi momenti.
Devo dire inoltre che il
saggio è supportato da una abbondante bibliografia la cui lettura può essere
quanto mai interessante per approfondire ulteriormente i vari argomenti. E pure
la consultazione dei vari siti internet citati potrà donare dei momenti di
arricchimento personale.
Concludo dicendo che la
lettura di questo libro sarebbe quanto mai consigliabile, oltreché agli amanti
della poesia, agli studenti delle scuole superiori, ma anche delle università,
perché, a mio semplice parere, potrebbe essere un valido aiuto per i giovani, (così
in balia delle tecnologie della nostra moderna società), a non sottovalutare e
a non rimanere lontani da questa forma di espressione che, se accolta in modo
fecondo, potrebbe offriregrande
appagamento alla loro anima.
Leggere e scrivere poesia è
un antidoto alla solitudine, è magica condivisione, è bellezza.
Da parte mia questo libro sarà
sempre una piacevole ed utile lettura che terrò sempre a portata di mano.
"Felice chi ha potuto investigare le cause delle cose e mettere sotto i piedi le paure tutte, il fato inesorabile, il risuonare dell'avido Acheronte. Fortunato anche colui che conosce gli dei agricoli, Pan e il vecchio Silvano e le Ninfe sorelle. Quell'uomo non lo possono piegare né i fasci popolari né la porpora dei re, la discordia che inquieta i fratelli sleali o i Daci che calano dal Danubio, non le vicende di Roma e i regni condannati alla distruzione...I frutti portati dai rami, prodotti volentieri e spontaneamente dalle sue campagne, se li raccoglie: nulla sa delle leggi di ferro, dei deliri del foro, dei pubblici archivi" (Virgilio, Georgiche)
Non fuggire, ascoltala. Lei è nata con te, piccola luce, là, in fondo alla tua anima. E' fragile, timida, ma la sua voce è un canto che accarezza l'infinito. Non fuggire, ascoltala. Magico sarà quel momento in cui udrai le sue parole poiché esse sono leggere come ali di farfalla, abbaglianti come lampi nel cielo, nuove come un fiore che nasce, stupefacenti come il rosa dei tramonti, dolci come l'acqua del ruscelli, tenere come il sorriso di una madre, forti come le braccia di un padre, struggenti come il tremore di una mano, innocenti come gli occhi di un bambino. Non fuggire, ascoltala. Sarà luce sulla tua via, sarà la tua fedele compagnia, il suo nome è Poesia.