Dedicata alle vittime della cattiveria umana (guerre, ingiustizie e tanto altro)
Bussa la gioia
bussa
bussa
ma la porta
è sbarrata
oggi
è vietato l'accesso
alla gioia
che si allontana
delusa e
addolorata
- Giovanna Giordani -
≪Credevano, gli uomini, che la cosa più sacra e più importante non fosse quella mattinata di primavera, non fosse quella bellezza del mondo, concessa per il bene di tutte le creature, giacché era una bellezza che disponeva alla pace, all’accordo, all’amore: ma fosse, la cosa più sacra e più importante, ciò che essi stessi avevano escogitato per poter dominare gli uni sugli altri.≫(Leone Tolstoj)
Dedicata alle vittime della cattiveria umana (guerre, ingiustizie e tanto altro)
Bussa la gioia
bussa
bussa
ma la porta
è sbarrata
oggi
è vietato l'accesso
alla gioia
che si allontana
delusa e
addolorata
- Giovanna Giordani -
“…Due nemici ho io a questo mondo,
due gemelli - indissolubilmente fusi:
la fame degli affamati - e la sazietà dei sazi.”
(Marina Ivanovna Cvetaeva)
La mattina, generalmente, affronto la
giornata con ottimismo. Così questa mattina, mentre esco sul poggiolo per
respirare una boccata d’aria fresca,
scorgo qualcosa di “grigioscuro”
sulle piastrelle pulite. Guardo in alto dove, sotto il tetto, c’è un
nuovo nido. Un temuto presentimento mi assale, ma “devo vedere” e punto lo
sguardo trovando purtroppo conferma ai miei sospetti: è un piccolo uccellino i
cui primi tentativi di volo non sono andati a buon fine, complice probabilmente
il temporale dei giorni scorsi. Ahimè! È inevitabile quindi che mi scenda
dentro un velo di tristezza. Ma mi devo convincere che così è la vita…
Mentre
poi sto innaffiando le mie tenere piantine mi sento chiamare dalla strada ciao
signora ed ecco sopraggiungere l’africano che viene a offrirci la
merce che porta in giro in pesanti borsoni. Questa volta noto che, oltre al
borsone malandato, ha in mano una bella borsa di paglia dai colori sgargianti
che mettono allegria. Appena gli apro la porta mi allunga il braccio porgendomi
la borsa dicendo: è regalo per te, perché mi hai aiutato. E’ borsa per
andare in spiaggia.
Si
chiama Derik. A casa nostra è venuto poche volte una delle quali l’avevamo
invitato a pranzare con noi. Ci ha raccontato così delle difficoltà della vita
nel suo paese e del suo desiderio di trovare lavoro per dare una vita dignitosa
alla sua famiglia. Naturalmente, dopo
avergli comprato qualche articolo della sua umile mercanzia, gli abbiamo
augurato ogni bene.
Ma
perché il mondo è così ingiusto? La domanda sorge spontanea. Perché a chi
troppo e a chi troppo poco?
Così
la giornata iniziata con una sorpresa “grigioscura” mi ha regalato quest’altra
coloratissima. La borsa di paglia dai colori sgargianti la uso poco per paura
di rovinarla. La custodisco con cura. Quando la guardo penso a quanto sia
grande e bello il sentimento della riconoscenza. Derik non è più venuto. Spero
che abbia trovato un lavoro e possa così aiutare la sua famiglia. Se lo merita
proprio.
Giovanna
Giordani
La piccola Alisa di anni dieci, la mamma Polina, il padre Semyon, il nonno Olexander sono i protagonisti di questo racconto coinvolgente, imbevuto di tragicità e di una fiducia cocciuta nella vita nonostante il male che questa famiglia incontra sul suo cammino.
…”Olexander alzò gli occhi al cielo. – La guerra, la guerra! C’è già stata la guerra qua, prima con i comunisti, poi con i nazisti. Chi vuole di nuovo la guerra? –
I russi, avrebbe potuto ribattere Polina. Ma solo pensarlo sembrava assurdo. Tutti i russi avevano parenti in Ucraina. Tutti gli ucraini avevano parenti in Russia. A chi poteva venire in mente di spingerli gli uni contro gli altri? Per spararsi, poi, e ammazzarsi a vicenda? Certo, c’era quel caos orribile del Donbass, che durava da anni e non era del tutto chiaro come fosse scoppiato e cosa potesse provocare. Ma non se ne parlava molto, alle autorità non piaceva si approfondisse la questione.
La donna non rispose e l’uomo sbuffò, soddisfatto. Si era quietata. – Pensaci, e vedrai che ti convincerai. Non ci sarà nessuna guerra…-“
Ma la guerra, come tutti sappiamo, è entrata all’improvviso e prepotentemente nella loro vita sconvolgendola con il suo carico di morte, dolore e distruzione. Solo la speranza continua a dibattersi nel cuore dilaniato dei protagonisti per non soccombere e accompagnerà i sopravvissuti fino all’entrata nell’agognata Europa.
Alisa, proprio nei primi giorni dei bombardamenti, perderà l’amatissimo padre ucciso da una mitragliata alla sua autovettura mentre cercava di fuggire per portare in salvo la sua famiglia e il nonno Olexander padre della moglie Polina.
La fuga da Kiev, dove fino al giorno prima questa giovane famiglia viveva serena con tanti progetti per il futuro, si svolgerà poi con mezzi di fortuna o a piedi, e si può immaginare con quale stato d’animo. Nell’attraversamento di un fiume viene bombardata la passerella che sostiene i fuggiaschi e mamma Polina sparisce dalla vista della sua piccola Alisa che il nonno Olexander è riuscito, per fortuna, a portare in salvo. La ricerca della donna attraverso il telefono cellulare e nei punti di sosta per i profughi non dà esito positivo. Si spera di trovarla a Leopoli, città che accoglie i tanti che vi accorrono per mettersi in salvo. Da Leopoli ci si può rifugiare in Polonia al riparo dalla guerra.
La narrazione è fluida, avvincente e, naturalmente, carica di eventi che il lettore ha più o meno già potuto conoscere attraverso i vari reportage televisivi. Riviviamo nel racconto il primo periodo di questa assurda, crudele e stupida guerra della quale desideriamo tutti la fine veloce.
L’epilogo della vicenda della piccola e coraggiosa Alisa è in Polonia dove per i sopravvissuti della sua famiglia inizierà una nuova vita e si può immaginare con quali ricordi…
Questo racconto è emblematico delle tante tragicità che vivono i bambini e le loro famiglie nei contesti di guerra nella nostra epoca “evoluta” che rischia di perdere gran parte della propria preziosa umanità.
Un libro da leggere, sicuramente, magari anche nelle scuole, per far comprendere il valore e l’importanza della pace che, purtroppo, ancora oggi, in tante parti del mondo è difficile da conquistare.
Giovanna Giordani
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