sabato 21 dicembre 2019

L'ANGELO MESSAGGERO


BUON NATALE A TUTTI 

E CHE GLI UOMINI IMPARINO A VIVERE IN PACE FRA 

LORO





L’angelo messaggero iniziò il suo viaggio intorno alla Terra per raccogliere notizie da riferire al suo amato Gesù che fra poco avrebbe compiuto ben 2019 anni. La festa in cielo per questo compleanno era magnifica: gli angeli cantavano canzoni dolcissime e le anime di coloro che nella vita avevano amato Gesù si univano ai cori gioiosamente. La splendida luce delle stelle illuminava ogni cosa.
L’angelo messaggero aprì dunque le sue grandi ali e iniziò a volare scrutando attentamente il mondo. Egli vide che in certe zone brillavano infinite luci artificiali sulle case e sui palazzi, ma soprattutto nei grandi magazzini.  Ne fu quasi abbagliato. Continuando il suo volo notò che in altre zone, invece, brillavano delle piccole luci che però non erano artificiali bensì delle gioconde fiammelle.
Lo annotò sul suo “diario di bordo” e, finito il giro intorno al nostro pianeta, tornò dal suo Gesù.
-         Ho visto in certi luoghi miriadi di luci splendenti come fossero impazzite – riferì l’angelo - si vede che gli uomini ci tengono al tuo compleanno!  Strade, negozi, bancarelle, era tutto un luccicare festoso e ne sono stato quasi abbagliato. In certe zone però non vedevo luci abbaglianti e ho dovuto abbassarmi per vedere meglio. Mano a mano che scendevo potevo notare delle piccole fiammelle che tremolavano nel buio. In quel luogo notai, inoltre, con mia grande gioia, che c’era un’atmosfera di pace e serenità. –
-         E poi cos’altro hai visto? – Chiese Gesù.
-         Non vorrei dirtelo - rispose l’angelo - ma dato che me lo chiedi devo confessarti che ho visto anche delle enormi chiazze di luce che uccidevano gli uomini.  Laggiù le chiamano armi, o bombe, credo, e la loro vista mi ha procurato tanta tristezza .
-         Anche a me questa tua notizia procura immensa tristezza e dolore  - rispose Gesù. – Ti dirò anche - proseguì – che le fiammelle di cui mi hai parlato sono quelle che brillano nei cuori che vorrebbero vivere in pace assieme a tutti i loro simili e sanno il vero significato della parola ‘Amore’ . Sono loro che un giorno saranno qui fra noi a festeggiare in letizia il mio compleanno –
-         Capisco – rispose l’angelo – spero proprio di vederne tante di quelle fiammelle nel mio prossimo viaggio! –
Poi si sedette accanto a Gesù  e gli consegnò  il suo “diario di bordo” mentre tutto intorno era un andirivieni di angeli e anime indaffarati per i preparativi della festa. L’angelo messaggero li osservava sorridendo, poi, rivolgendosi al suo grande amico e Signore gli disse: ti vogliamo bene, buon compleanno, Gesù!

-         Giovanna Giordani  -


venerdì 20 dicembre 2019

NATALE DI GUERRA (Laura Vargiu)


Risultati immagini per bambini in guerra



Echi di guerre dimenticate
rabbiosi squarciano i cieli d'Oriente
smarritisi nello strazio arcano dei boati
tra macerie sanguinanti e nere colonne
d'un fumo acre d'odio e di morte.
Lungo i sentieri di profughe marce
il cuore affondato nel fango
di stagioni inaridite e stanche
ecco trascinarsi fin alla città di Davide
una volta ancora tristemente
il Verbo che si fece carne.
L'attendono non più una
ma mille impietose mangiatoie
e migliaia di dinieghi indifferenti
a milioni novelle stragi d'innocenti.

Che cosa conta l'affamato pianto
negli occhi bombardati dei bambini
dinnanzi alla pingue protervia dei potenti?
Quante vergini partorire ancor dovranno
il loro intimo quotidiano dolore
nello stupro asfittico del mondo?
Nessuna compassione né redenzione
fiorisce in questo deserto di filo spinato
terreno inferno d'amaro pianto
dove alcun dio vorrebbe esser nato
poiché nascita è preludio già di croce.
Ma pur nella notte dell'esistenza più atroce
mentre marcian da Oriente echi di guerra
cerchiamo fili di luce, illusioni di speranza
e della pace l'errabonda stella.

- LAURA VARGIU -

  (dall'antologia "Le Pagine del Natale" - Autori vari - editore LargoLibro- 2019)


mercoledì 18 dicembre 2019

ROSSELLA di Graziella Cappelli




Ho letto con piacere il breve romanzo di Graziella Cappelli  e dirò che il primo vocabolo che mi è venuto in mente a lettura terminata è stato: verismo.
Non credo che Graziella nel comporre il suo primo lavoro di narrativa abbia pensato ad una corrente letteraria, ma, si sa, ogni lettore ha un diverso impatto con la lettura.
E’ un’autobiografia scritta in terza persona, un cammino a ritroso nel tempo fino al periodo dell’infanzia e della prima adolescenza, dove i ricordi si materializzano fin nei minimi particolari descrivendo con disarmante veridicità il mondo in cui l’autrice ha iniziato il suo percorso di vita.
Per iniziare questo viaggio  Graziella adotta un espediente originale  che la porta in un luogo dove le appare una bimba che le dice:
da dove vieni? Sei forse una fata?”
“vengo da un’altra vita e sono giunta fin qui attraverso quello specchio”
“ ma come” -risponde la bimba – quello è lo specchio del nonno, il poeta, ma ora è morto”…
Si viene a sapere dunque che il nonno era un poeta  e così capiamo da chi, la nostra autrice, ha ereditato l’arte di comporre bellissimi versi.
L’infanzia di Rossella si è svolta in uno dei tantissimi ambienti poveri del dopoguerra con gli aspetti che si possono immaginare. Ha lasciato in lei ricordi di sofferenza ma anche di tanto amore.
Le immagini che ci propone sono nitide e, per chi ha conosciuto quel periodo della nostra storia, ravvivano ricordi e atmosfere che gran parte della gente  ha vissuto in tanti luoghi della nostra Italia.
Improvvisamente si udì bussare alla porta…- Babbo che cosa ci hanno portato?- disse la bambina curiosa… - Il comune ci ha mandato questa roba per Natale, la danno a tutte le famiglie povere! –“
L’animo poetico della scrittrice traspare inoltre in certe descrizioni di paesaggi e stati d’animo dei personaggi descritti  gli occhi della donna si illuminarono come lucerne alla vista di quel ben di Dio”…
Una lettura, dunque, scorrevole e interessante,  che, attraverso i fatti di vita vissuti, ci fa capire come il periodo dell’infanzia sia fondamentale per la crescita e la formazione del carattere di ogni persona.
Anche Graziella l’ha sperimentato e ha voluto confermarlo tornando indietro nel tempo. Questo camminare in punta di piedi,  ma con determinazione sincera, nei ricordi, sembra averla appagata e rasserenata.  Noi ne condividiamo volentieri la conoscenza.

Giovanna Giordani



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