In questo tempo difficile in cui la crudeltà della guerra porta immane dolore all'umanità, propongo questa significativa e sofferta poesia della poetessa Fiorella Giovannelli
Non chiedo miracoli,
Signore
del cielo vuoto
Non
voglio angeli armati
Né paradisi
promessi ai vili.
Ti
parlo da qui,
tra
polvere e vetri spezzati, con il cuore
in
frantumi e il corpo che stringe ciò che
resta
di mio figlio.
Guarda,
se osi, il giocattolo bruciato
ancora nella
sua mano.
Guarda
la mia casa,
non è
più una casa:
è una
bocca spalancata
che
urla senza suono.
Chi ha
il diritto di vivere?
Chi ha
deciso che i miei occhi
valevano
meno di altri?
Dov’è
il mondo che predica pace
e vende
armi nel silenzio?
Io non
perdono
Non ancora
Ma
prego.
Prego
per i miei morti,
per i
tuoi,
per chi
ha smesso di sentirsi
umano.
Prego
perché un giorno
nessuna
madre debba più
riconoscere
suo figlio
dai frammenti.
Non ho
altro che questa voce
una coperta
di polvere e la voce,
se la
ascolti è
Dio che
piange con me.
Fiorella
Giovannelli
E' un testo intenso, doloroso che, giustamente, fa tanto male.
RispondiEliminaCome siamo arrivati al punto in cui ci troviamo? Chi poteva, e poteva fare tanto, non ha fatto niente. Grazie, Giovanna.