Pensieri di fine
anno
Siamo quasi alla fine dell'anno e, almeno per me, è
tempo di riflessioni, non tanto su ciò che è stato, ma su quello che è (il che
non implica che sia diverso da ieri o da domani). Non intendo fermare il tempo,
voglio solo esprimere alcuni pensieri che ritengo utili senz'altro per me e
forse per qualcun altro.
Il Natale si sta approssimando e ricordo che una
volta, quando ero bambino, e pertanto parecchi anni fa, la maestra diceva che
per festeggiare la ricorrenza della nascita di Gesù dovevamo essere più buoni.
Non era una raccomandazione sbagliata, quello che era errato era il
destinatario, perché un bambino, nella sua innocenza, per essere definito
cattivo dovrebbe nascere con qualche anomalia. La bontà, invece, dovrebbe
essere richiesta ad alta voce a molti adulti, gente che si comporta veramente
male, rubando, uccidendo, vessando, compiendo stragi. Da che mondo è mondo la
guerra è sempre esistita e ha sempre rappresentato un mezzo, il più consueto, o
per riaffermare la propria potenza, o per accrescerla. Se è in buona parte vero
che l'Europa aveva conosciuto dal 1945 il più lungo periodo pace della sua
tormentata storia, è altrettanto vero che non è mancato giorno in cui qualche
paese di altri continenti fosse in guerra. Questa abitudine a una vita di non
guerra ha reso più sentito il conflitto fra Russia e Ucraina iniziato il 24
febbraio 2022 e purtroppo ancora in corso, con tutto il suo corollario di
morti, di feriti, di distruzioni. Personalmente se ritengo che l'Ucraina invasa
abbia bisogno del nostro sostegno, non posso che addolorarmi – e non sono parole
di circostanza – per i caduti di entrambe le parti e per le sofferenze
quotidiane dei bombardamenti russi sulle città ucraine. Se da vivi sono diversi
i soldati russi da quelli ucraini, da morti sono uguali, sono vittime con tutte
le conseguenze di dolore dei loro congiunti e in questo senso credo che, al di
là delle ragioni, si debba avere compassione nei confronti di chi combattendo è
caduto, oppure di chi da comune cittadino ha perso la vita in un bombardamento.
Questo atteggiamento dovrebbe essere innato, ma invece non lo è. Occorre andare
sui blog di facebook per capire quanta gente abbia sullo stomaco pelo e
contropelo, quanta gente gioisca per la morte degli altri, quanti di noi non
siano esseri umani, ma bestie, alimentati in questo furore ossessivo da notizie
spesso fasulle create appositamente per esacerbare gli animi da opinionisti o
giornalisti disposti a sostenere per motivi ideologici gli invasori, oppure per
supportarli dietro congruo compenso. Si tratta della famosa guerra ibrida di
cui tanto si parla e che serve a disorientare un popolo per renderlo
inconsapevolmente complice. Peraltro, il problema è insito nella democrazia,
perché laddove vige una dittatura il controllo sulle opinioni è totale e
pressoché niente riesce a passare al vaglio della censura. La democrazia invece
è per la libertà di pensiero, così che anche chi aizza la gente può permettersi
di farlo, e guai a minacciare restrizioni, perché tanti insorgono, dimenticando
che nella dittatura manco avrebbero potuto alzar la testa. E' necessario
intervenire alla svelta per limitare questi comportamenti, perché la libertà è
sacra, ma, come si suol dire, la mia finisce dove comincia la tua e tu non devi
fomentare discordia.
Passo ad altro argomento.
La situazione economica, così dichiarata florida
dall'attuale governo, in realtà è pessima. I redditi fissi sono fermi da anni,
erosi da una patrimoniale iniqua, l'inflazione. I numeri dei poveri è in
aumento, l'incremento produttivo è irrisorio, la tassazione, nonostante tutti i
proclami, è in aumento, come anche l'evasione. Se il sud continua a essere
arretrato, il nord piano piano sta facendo la stessa fine. L'assistenza
sanitaria è un altro enorme problema, con poco personale e pagato non il
giusto, con i pazienti che necessitando di esami e visite specialistiche vedono
fissati appuntamenti da lì a più di un anno, con la sanità privata privilegiata
rispetto a quella pubblica. Avevo sperato, nonostante tutto, che il governo
Meloni avrebbe fatto qualcosa e invece ha fatto ancor meno degli altri governi
che lo hanno preceduto. È evidente che di questo passo a breve passeremo da
potenza economica a impotenza economica.
Da ultimo, il Natale in origine era una festa
religiosa, poi piano piano si è trasformato nel Festival del consumismo, con i
tipici prodotti natalizi già in offerta nei negozi a partire dagli inizi di
novembre e in alcuni casi a metà ottobre. E così si moltiplicheranno gli
sprechi, mentre nei paesi dove c'è gente che sopravvive a stento non resterà,
come sempre, che la fede, la speranza di una giustizia divina che l'uomo
moderno, tecnicizzato, ipernutrito e consumatore irregimentato offende ogni
giorno.
di Renzo Montagnoli
Ho pubblicato questi pensieri in quanto li condivido pienamente. Grazie, Renzo
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