lunedì 22 dicembre 2025

Pensieri di fine anno, di Renzo Montagnoli

 


Pensieri di fine anno

  

Siamo quasi alla fine dell'anno e, almeno per me, è tempo di riflessioni, non tanto su ciò che è stato, ma su quello che è (il che non implica che sia diverso da ieri o da domani). Non intendo fermare il tempo, voglio solo esprimere alcuni pensieri che ritengo utili senz'altro per me e forse per qualcun altro.

Il Natale si sta approssimando e ricordo che una volta, quando ero bambino, e pertanto parecchi anni fa, la maestra diceva che per festeggiare la ricorrenza della nascita di Gesù dovevamo essere più buoni. Non era una raccomandazione sbagliata, quello che era errato era il destinatario, perché un bambino, nella sua innocenza, per essere definito cattivo dovrebbe nascere con qualche anomalia. La bontà, invece, dovrebbe essere richiesta ad alta voce a molti adulti, gente che si comporta veramente male, rubando, uccidendo, vessando, compiendo stragi. Da che mondo è mondo la guerra è sempre esistita e ha sempre rappresentato un mezzo, il più consueto, o per riaffermare la propria potenza, o per accrescerla. Se è in buona parte vero che l'Europa aveva conosciuto dal 1945 il più lungo periodo pace della sua tormentata storia, è altrettanto vero che non è mancato giorno in cui qualche paese di altri continenti fosse in guerra. Questa abitudine a una vita di non guerra ha reso più sentito il conflitto fra Russia e Ucraina iniziato il 24 febbraio 2022 e purtroppo ancora in corso, con tutto il suo corollario di morti, di feriti, di distruzioni. Personalmente se ritengo che l'Ucraina invasa abbia bisogno del nostro sostegno, non posso che addolorarmi – e non sono parole di circostanza – per i caduti di entrambe le parti e per le sofferenze quotidiane dei bombardamenti russi sulle città ucraine. Se da vivi sono diversi i soldati russi da quelli ucraini, da morti sono uguali, sono vittime con tutte le conseguenze di dolore dei loro congiunti e in questo senso credo che, al di là delle ragioni, si debba avere compassione nei confronti di chi combattendo è caduto, oppure di chi da comune cittadino ha perso la vita in un bombardamento. Questo atteggiamento dovrebbe essere innato, ma invece non lo è. Occorre andare sui blog di facebook per capire quanta gente abbia sullo stomaco pelo e contropelo, quanta gente gioisca per la morte degli altri, quanti di noi non siano esseri umani, ma bestie, alimentati in questo furore ossessivo da notizie spesso fasulle create appositamente per esacerbare gli animi da opinionisti o giornalisti disposti a sostenere per motivi ideologici gli invasori, oppure per supportarli dietro congruo compenso. Si tratta della famosa guerra ibrida di cui tanto si parla e che serve a disorientare un popolo per renderlo inconsapevolmente complice. Peraltro, il problema è insito nella democrazia, perché laddove vige una dittatura il controllo sulle opinioni è totale e pressoché niente riesce a passare al vaglio della censura. La democrazia invece è per la libertà di pensiero, così che anche chi aizza la gente può permettersi di farlo, e guai a minacciare restrizioni, perché tanti insorgono, dimenticando che nella dittatura manco avrebbero potuto alzar la testa. E' necessario intervenire alla svelta per limitare questi comportamenti, perché la libertà è sacra, ma, come si suol dire, la mia finisce dove comincia la tua e tu non devi fomentare discordia.

Passo ad altro argomento.

La situazione economica, così dichiarata florida dall'attuale governo, in realtà è pessima. I redditi fissi sono fermi da anni, erosi da una patrimoniale iniqua, l'inflazione. I numeri dei poveri è in aumento, l'incremento produttivo è irrisorio, la tassazione, nonostante tutti i proclami, è in aumento, come anche l'evasione. Se il sud continua a essere arretrato, il nord piano piano sta facendo la stessa fine. L'assistenza sanitaria è un altro enorme problema, con poco personale e pagato non il giusto, con i pazienti che necessitando di esami e visite specialistiche vedono fissati appuntamenti da lì a più di un anno, con la sanità privata privilegiata rispetto a quella pubblica. Avevo sperato, nonostante tutto, che il governo Meloni avrebbe fatto qualcosa e invece ha fatto ancor meno degli altri governi che lo hanno preceduto. È evidente che di questo passo a breve passeremo da potenza economica a impotenza economica.

Da ultimo, il Natale in origine era una festa religiosa, poi piano piano si è trasformato nel Festival del consumismo, con i tipici prodotti natalizi già in offerta nei negozi a partire dagli inizi di novembre e in alcuni casi a metà ottobre. E così si moltiplicheranno gli sprechi, mentre nei paesi dove c'è gente che sopravvive a stento non resterà, come sempre, che la fede, la speranza di una giustizia divina che l'uomo moderno, tecnicizzato, ipernutrito e consumatore irregimentato offende ogni giorno.

di Renzo Montagnoli


1 commento:

  1. Ho pubblicato questi pensieri in quanto li condivido pienamente. Grazie, Renzo

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