lunedì 24 novembre 2025

UCRAINA e altro

 

"Io non sono pacifista, io sono contro la guerra" . Gino Strada, fondatore di Emergency.


 

Perché la guerra?

Diventeremo prima o poi tutti

un po’ di terra

Perché la guerra?

I potenti spargano sulla terra

semi di giustizia e fratellanza

e non di guerra

Tutti diventeremo terra

anche coloro

che si credono i padroni del mondo

anche gli imperatori

È inutile la guerra

Sull’uomo vincerà sempre

e solo

la terra.

 

G.G.

 

 


domenica 23 novembre 2025

L'ASPETTAVA

 


 

L’aspettava. Inconsciamente. La sua comparsa, lo sapeva da sempre, era come un balsamo. Un balsamo gratuito e ineguagliabile, per le ferite dell’anima.

La vita, si sa, è sempre un’attesa. L’attesa di cosa? Della felicità, naturalmente.

Mentre camminava, si alzò un forte vento che le schiaffeggiò il viso. Si riparò avvolgendo la sciarpa fino a coprire ben bene anche il capo. - Come una Madonna - disse sorridendo fra sé. Poi continuò, accelerando il passo.

Quante volte aveva compiuto quel gesto nella sua vita. Proteggersi dal vento che le schiaffeggiava il viso. E com’era riconoscente allo stesso quando smetteva il suo turbinare lasciandola continuare il suo cammino senza ostacoli tangibili. Così continuava speranzosa la sua vita. Sì, perché lei era un’ottimista. E si ripeteva sempre che la vita è un bel mistero che vale la pena di vivere, nonostante tutto.

Il Natale era alle porte con tutto il suo carico di sacro e profano e le giornate ne erano ineluttabilmente impregnate.

L’aspettava. Sarebbe giunta come una musica dalle note carezzevoli che dolcemente avrebbero invaso la mente raggiungendo velocemente il cuore, sempre assetato di bellezza. Il Natale era il periodo preferito per il suo arrivo.

Il vento si stava allontanando e lei sollevò il viso verso il cielo. Proprio in quel momento sentì che si stava avvicinando, ne intuì il passo leggero, e intravide la trasparenza del suo mantello. Quanta gioia! Assaporò i suoi baci delicati sul viso e si fermò in un muto ringraziamento per i suoi abbracci leggeri. Giunse davanti alla porta di casa, ma la nuova arrivata non volle entrare. - Non andrò lontano – sussurrò – se entrassi morirei, il mio posto è all’aperto, qui fuori, dove i nostri occhi s’incontreranno e parleranno per noi -.

Era dunque lì, vicina, sempre fedele e splendida. Si scambiarono sguardi colmi di complicità.

Le separava un vetro sottile, ma nulla ostacolava il loro felice muto dialogare. A lei poteva aprire il cuore, si sentiva compresa. L’ascoltò, lasciando che calamitasse il suo sguardo rapito, come in un’estasi. Tutto questo avrebbe avuto breve durata, lo sapeva. Ma nessuno, ne era sicura, avrebbe saputo donarle quei momenti idilliaci, unici, carichi di lieto turbamento e di magia dove passato e presente si eclissavano in favore del misterioso fascino carico di pace che giungeva da chissà quali lontananze,  portato con ineguagliabile leggerezza da quella meravigliosa... neve.

 G.G.




venerdì 21 novembre 2025

PICCOLA FIABA NEL BOSCO D’INVERNO

 


Quella notte la quiete nel bosco era grande più che mai. La neve copriva tutto con il suo manto luccicante ai raggi della luna. Dai comignoli delle casette degli elfi e delle fate uscivano sottili fili di fumo e le piccole finestre luminose punteggiavano il paesaggio come minuscole lampade.

All’improvviso però l’incanto venne interrotto da un piagnucolio proveniente dai confini del bosco.

Il primo ad uscire di casa fu elfo Giacomino (detto anche orecchiofino, proprio perché sentiva i rumori più lontani). Cercò di capire da dove provenisse quello strano lamento e s’incamminò per il sentiero a lui noto. Man mano che Giacomino procedeva il pianto si faceva più forte e così Giacomino cominciò a correre verso quella voce per capire di chi potesse essere.

Fu così che a un certo punto, sotto un abete bianco, vide una sagoma raggomitolata su sé stessa. L’elfo si avvicinò e poté constatare che si trattava di un piccolo bimbo che tremava di freddo e di paura. Immediatamente Giacomino se lo prese fra le braccia e s’incamminò in fretta verso la sua capannina. In poco tempo la raggiunse e, accolto dalle premure della sua compagna Felicita, una fata assai carina, portò subito il piccolo in un lettino che tenevano sempre a disposizione per eventuali ospiti.

Gli chiesero qual era il suo nome e il bimbo rispose che si chiamava Amin e che si era perso mentre fuggiva con la mamma da uomini che volevano fare loro del male.

-          Allora bisognerà andare in cerca della tua mamma – disse Felicita, - vero Giacomino? –

L’elfo Giacomino non se lo fece ripetere due volte e cominciò a radunare altri elfi suoi amici invitandoli ad andare con lui a cercare la mamma di Amin.

Tutti acconsentirono subito (loro hanno un animo buono e generoso) e tornarono nelle loro casette per equipaggiarsi per bene contro il freddo pungente.

Erano proprio in tanti, e camminavano in file ordinate lungo i sentieri che conducevano fuori dal bosco.

Giunti sulla strada asfaltata videro in lontananza delle nubi salire dalla terra assieme a dei bagliori e tuoni poco rassicuranti.

Si fermarono e si consultarono sul da farsi. Mentre ognuno suggeriva i propri consigli videro giungere nella loro direzione una donna che sembrava fuggire disperata da quel luogo così cupo.

Man mano che ella si avvicinava quegli abitanti del bosco la udirono invocare a gran voce il nome di Amin.

-          È la sua mamma – disse Giacomino - dobbiamo condurla dal suo bambino.

Tutti gli elfi si avvicinarono dunque alla donna e la invitarono a seguirli dopo averle raccontato del ritrovamento del bambino. Lei accolse subito il loro invito e li seguì colma di speranza.

Quando il piccolo Amin vide la sua mamma entrare nella casetta di Giacomino le corse incontro e, abbracciatala, cominciarono ambedue a piangere di gioia .

Fata Felicita iniziò a cucinare dei manicaretti che solo lei sapeva fare e così tutti furono rifocillati e riscaldati nell’accogliente capanna. Fuori la neve iniziò a scendere con la sua consueta grazia, accompagnata dal suono dolce di una musica lontana.

Il bosco ritrovò così la sua quiete assieme ai suoi fantastici abitanti felici di aver dato riparo a chi ne aveva avuto bisogno.

Ma proprio quella sera gli elfi dovevano andare ad un raduno molto importante dal loro amico Babbo Natale poiché, come tutti gli anni, lo aiutavano a preparare i doni da consegnare ai bambini nel mondo. Gli raccontarono così del piccolo Amin e Babbo Natale li lodò per la loro buona azione. Subito il nonno più famoso del mondo preparò un bellissimo regalo per Amin e tutti assieme si recarono alla capanna di Giacomino. A questo punto è inutile dire che quella notte sopra la capanna di Giacomino e Felicita brillava la stella della felicità.

 

Giovanna Giordani

 


venerdì 7 novembre 2025

IL MALE (Arthur Rimbaud)


Poesia sempre attuale...PURTROPPO!


IL MALE 

(Le mal)


 Mentre gli scaracchi rossi della mitraglia 

sibilano tutto il giorno nell’infinito del cielo blu; 

quando scarlatti o verdi, accanto al Re che l’irride,

 i battaglioni crollano in massa sotto il fuoco;


 mentre una follia spaventosa, maciulla 

e fa di centomila uomini una catasta fumante;

 - Poveri morti! In estate, nell’erba, nella tua gioia,

 natura! tu che santa creasti questi uomini!… -


 - C’è un Dio, che ride ai corporali damascati

 degli altari, all’incenso, ai grandi calici d’oro;

 che nel cullare degli osanna s’addormenta, 


e si risveglia, quando le madri, raccolte 

nell’angoscia, e gementi sotto le vecchie cuffie nere,

gli offrono un soldone legato nei loro fazzoletti!


- Arthur Rimbaud -


domenica 2 novembre 2025

TORNA NOVEMBRE

 


Un sole dolce

accarezza gli alberi seminudi

e colora le foglie

volteggianti

all’estro del vento

 

Dall’onda del tempo

sopraggiunge un silenzio

di nebbia

avvolgente di pace

 

Nella bruma

tremano lumini

a ricordare la luce

 

Giovanna Giordani


Post in evidenza

QUANDO

https://secure.avaaz.org/it/petition/VORREI_CHE_IL_DIRITTO_INTERNAZIONALE_SI_ATTIVASSE_AFFINCHE_CESSI_OGNI_GUERRA_NEL_MONDO/?pv=6 Qua...